Borse meteoropatiche. Che succede ai listini azionari?

borse, seduta

Tempo fa uscì un interessante studio sul collegamento tra l’andamento delle borse ed il clima.

Lo studio arrivava a stabilire una correlazione tra l’umore, diciamo il sentiment degli operatori e l’andamento di borsa.

Teoria originale che non trovò grandi appoggi e nemmeno seguito mediatico.

Se guardiamo a questi giorni di primavera pazzerella potremmo invece farci venire il dubbio che effettivamente quello studio avesse un fondamento.

L’inizio estivo della Primavera ha visto sbocciare rialzi corposi di borsa, non appena il clima ha ripreso il classico passo variabile della primavera e le piogge sono ripartite copiose ecco che anche le vendite hanno preso il sopravvento.

Gann fu precursore con i cicli planetari

Nel passato fu il grande studioso e trader W. Gann a teorizzare una correlazione significativa tra i mercati azionari e i cicli planetari.

Tuttora circolano software in grado di replicare quel tipo di ellissi che avvolgono le candele dei prezzi di mercato dando l’impressione di creare supporti e resistenze approssimative.

Resta tutto da verificare non fosse altro per le infinite possibilità di ellissi tracciabili per ognuno dei nove pianeti del nostro sistema solare.

Intendo dire che quando le linee sono tantissime le probabilità che qualcuna ci prenda sono ovviamente elevate.

Di cosa soffrono le borse in questi giorni

Lasciamo comunque da parte metodologie alchemiche ed empiriche che per quanto affascinanti mal si conciliano con l’era delle intelligenze artificiali  di cui abbiamo scritto proprio oggi.

La realtà è che quando un mese impostato al rialzo come lo è aprile parte immediatamente con uno scatto dei prezzi si crea uno squilibrio che il mercato sente probabilisticamente di dover entro fine mese sanare,

Non è un must ma si viaggi al 90% di probabilità…

Oltre a ciò il ritorno al volo dei falchi della FED non è piaciuto per niente agli operatori americani.

Solo in parte rinfrancati dalla posizione oltranzista ed espansiva di Donald Trump.

La ciliegina sul montante disagio del sentiment comunque come al solito l’ha messa una istituzione: in questo caso è stato il FMI che con le sue stime, quasi sempre smentite in passato, è riuscito comunque a gettare secchiate d’acqua fredda sul trend delle borse.

A questo punto un approdo verso livelli di 2/3% inferiori ai prezzi attuali sugli indici europei non si può escludere.

Ma con mercati chiaramente LONG la cosa migliore da fare in questi casi è attendere.

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