23 luglio (Reuters) – Le borse dell’area Asia-Pacifico aprono la settimana in lieve calo, mentre prevalgono i timori di ulteriori misure protezionistiche da parte degli Stati Uniti e il dollaro cala contro le principali divise, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve
Alle 8,05 circa ora italiana, l’indice MSCI, che non comprende il Giappone, segna -0,08%.
Venerdì scorso Trump ha lamentato il recente rafforzamento del dollaro e ha accusato l’Unione Europea e la Cina di manipolare le proprie monete. L’apprezzamento del biglietto verde (cresciuto finora quest’anno del 2,4%) è ampiamente motivato dal rialzo dei tassi deciso dalla Fed, dai dati economici Usa positivi e dal nervosismo sulla possibile guerra commerciale.
Le dichiarazioni di Trump, unitamente alle nuove minacce di dazi sulle importazioni dalla Cina, hanno provocato venerdì scorso un sell-off a Wall Street, nonostante i buoni risultati aziendali.
Ha giocato anche un ruolo la notizia data da Reuters che la Banca del Giappone è impegnata in discussioni sulla possibile modifica del suo massiccio programma di quantitative easing. In cambio la banca centrale si è offerta di acquistare una somma illimitata di titoli di Stato giapponesi a 5-10 anni. Il risultato è stato un rafforzamento dello yen.
SHANGHAI e HONG KONG sono entrambe positive, grazie al comparto bancario e a quello industriale, anche se uno scandalo legato alla produzione di vaccini ha provocato un calo dei titoli legati alla salute, riducendo i guadagni.
TOKYO ha chiuso invece in forte calo, -1,33%, sia per la situazione internazionale che per il rialzo dello yen, che colpiosce soprattutto l’export giapponese.
SEUL è in netto calo per le dichiarazioni di Trump, SYDNEY anche è preda dei timori di guerra commerciale, SINGAPORE è alla quarta seduta negativa consecutiva in attesa dei dati sull’inflazione a giugno, prevista in aumento.
TAIWAN in rialzo, anche MUMBAI è positiva.
