Borsa italiana: sottovalutata o sopravvalutata?

Borsa italiana

Borsa italiana: dai minimi dello scorso dicembre l’indice è risalito di circa oltre il 20 per cento.

L’analisi contenuta in questo articolo si propone si definire il fair value, o prezzo di equilibrio, dell’indice Ftse Mib, con stima del conseguente livello di premio o sconto insito nelle attuali quotazioni.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Borsa italiana ha corso oltre il suo valore di equilibrio, oppure l’attuale quotazione giustifica i livelli attualmente raggiunti?

Metodi di analisi fondamentale

Una branca dell’analisi fondamentale, nota come econometria, si occupa di stimare il corretto valore di determinati asset economici e finanziari.

Per quanto concerne titoli ed indici azionari, i metodi sono molteplici, e possono ricondurre a tre diversi tipi di metodologia: empirica, finanziaria, economico/patrimoniale.

Il primo tipo di metodo, quello empirico, si limita a stimare le medie storiche dei multipli basati su rapporti tra quotazioni e dati di bilancio, come utile o fatturato.

Il loro limite consiste nel non considerare che multipli diversi possono essere dettati da condizioni economiche diverse.

La seconda tipologia, essenzialmente incentrata sul metodo discount cash flow, ben si adatta alla valutazione di titoli azionari.

Ma decisamente meno alla valutazione di indici azionari, anche perché i cosiddetti flussi di cassa possono essere molto diversi tra un titolo e l’altro.

Inoltre, dovendosi basare soprattutto sulla stima di flussi futuri, non ha molto senso effettuare proiezioni sulla media di mercato di elementi come gli ammortamenti ed i costi non monetari, potendo appunto tali elementi presentare dinamiche molto diverse tra una società ed un’altra.

Borsa italiana e il  metodo reddituale/patrimoniale

Decisamente preferibile, per stimare il corretto valore di indici azionari, il terzo metodo, reddituale/patrimoniale, che  collega il livello di equilibrio di un indice  ai tassi d’interesse.

Si tratta, in sostanza, di applicare la formula della capitalizzazione di una rendita perpetua, r/i, dove r rappresenta l’utile, l‘elemento reddituale, ed i rappresenta il tasso di riferimento espresso in forma decimale.

In tale ambito rientra il metodo applicato, in via ufficiosa, dalla Fed, e denominato Fed Model.

Tale metodo confronta i tassi del comparto azionario, tramite l’inverso del p/e, quindi raffrontando utile di borsa e quotazione, con i rendimenti del mercato obbligazionario.

Pertanto il valore di equilibrio si raggiunge dividendo il numero 1 per il rendimento del tasso considerato privo di rischio, quello del bond decennale.

Aggiungiamo quindi una maggiorazione del 5 per cento, che rappresenta un premio medio per il rischio che si riscontra sui mercati azionari.

Quindi si dividerà il numero 1 per tale tasso, espresso in forma decimale, e si otterrà il p/e di equilibrio dell’indice.

Esempio: se il tasso dei bond decennali è 2%, allora avremo: 1/0,07, da cui 14,28.

Applicazione del Modello al Ftse Mib di Borsa italiana

Applichiamo quindi tale modello econometrico al Ftse Mib, utilizzando i seguenti dati:

tasso Btp decennale: 2,6, cui aggiungiamo 5, quindi tasso di capitalizzazione: 7,6.

Quindi: 1/0,076, da cui otteniamo un p/e di equilibrio di 13,15.

In base a stime di consensus relative all’utile medio dell’indice, il parametro p/e si attesta, in base alla quotazione del 18 aprile, attorno a 13,9.

Il Ftse Mib si attesta quindi su valori di equilibrio o con un modesto premio, di circa il 5 per cento, rispetto al proprio fair value.

Consigliati per te