Bonus vacanze. Cosa sta succedendo. Chi lo accetta e chi no

Governo

Il Governo ha varato una misura per incentivare il turismo e consentire alle attività ricettive, che si apprestavano a subire un calo di prenotazioni, di riceverne. Insomma! Sembra che nessuno abbia bisogno di niente, in realtà, e che si possa essere bravi solo a lamentarsi per tutto! Il bonus vacanze aveva la finalità di sostenere il settore turistico, in quanto il rischio dei contagi avrebbe potuto tradursi in una rinuncia alla tanto amata vacanza estiva. Eppure, qualcosa non quadra. Quindi, si ci chiede: “cosa sta succedendo?”.

Una cosa è certa, c’è chi lo accetta e chi no e quelli che dicono no, sono, francamente, troppi. Quindi, si è forse voluto porgere il pane a chi i denti ce li aveva, come si suol dire! Infatti, i dati sono i seguenti: alberghi, agriturismi e B&B lo accettano solo nel 46% dei casi. Il 35% lo rifiuta, invece, il 20% degli esercenti è ancora indeciso. Intanto, L’Agenzia Entrate lo ha esteso anche ai servizi balneari. Quindi, questo bonus, per i soggiorni fino a 500 euro per le famiglie con Isee fino a 40mila euro, non sembra essere stato accolto con successo. Pertanto, per capire cosa sta succedendo con il bonus vacanze, vediamo qualche dato e cerchiamo di capire perché c’è chi lo accetta e chi no.

Analisi del fenomeno

I dati su indicati, relativi al gradimento del bonus vacanze, sono stati forniti da Federconsumatori. L’associazione ha fatto un sondaggio su 370 strutture in tutta Italia, ubicate al mare, in montagna e nelle città d’arte. Il tutto, per capire chi accetta il bonus e chi no. L’indagine è partita in quanto, negli ultimi tempi, vi sono state molte segnalazioni da parte dei cittadini, che lamentavano l’impossibilità di utilizzo del bonus. Ciò in quanto molte strutture alberghiere non lo accettano. All’opposto, gli agriturismi sono le strutture che più lo accettano. Infatti, di quelli monitorati, ben il 60% si è dichiarato disponibile ad accettarlo. La percentuale di accettazione scende, invece, al 53% per gli hotel e al 36% per i B&B.

Federconsumatori, quidi rileva che quello rilevato è un dato allarmante che rischia di rendere vani gli sforzi del Governo. Di conseguenza, suggerisce di estendere la fruizione del bonus ai portali di prenotazione online. Inoltre, per andare alla causa del problema, bisognerebbe capire perchè molti non lo accettano. In tal senso, sarebbe opportuno fare in modo che gli albergatori che accettano il bonus, possano disporre immediatamente della liquidità, anche coinvolgendo le banche. Intanto l’Agenzia delle Entrate, in una nuova circolare, chiarisce che il bonus vale anche i servizi balneari, se inclusi nel medesimo pacchetto vacanze. Poi chiarisce che, il credito d’imposta non può essere utilizzato sulle prestazioni rese da più fornitori, con la sola eccezione dei servizi accessori.

Caratteristiche del bonus

Specificamente, l’agevolazione anche se estesa a più servizi e strutture, spetta in relazione ad un unico soggiorno. Il periodo di utilizzo va dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. La struttura turistica fornitrice del servizio deve rientrare nelle categorie delle: imprese turistico ricettive, agriturismi e bed & breakfast. Il bonus è utilizzabile nella misura dell’80%, sotto forma di sconto immediato sul pagamento dei servizi. Per il restante 20% potrà essere scaricato come detrazione d’imposta nella dichiarazione dei redditi. Il contributo, come detto, arriva a un massimo di 500 euro per nuclei familiari composti da almeno tre persone, 300 euro per due persone e 150 euro per i single. I beneficiari, inoltre, devono avere un Isee inferiore a 40mila euro. Esso va richiesto e viene erogato esclusivamente in forma elettronica, utilizzando l’app dei servizi IO, da chi è in possesso di un’identità digitale Spid o di una carta d’identità elettronica.

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