Bond europei: i migliori da comprare

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Con il ritorno delle politiche  accomodanti i bond europei sono tornati appetibili. Ecco i migliori da comprare.

Bond europei: i migliori da comprare

Buone notizie per l’Italia. Le politiche dovish di Bce e della Fed stanno dando i loro frutti ancora prima di essere ufficializzate. Un esempio arriva dal ritorno di interesse per i Btp che è arrivato a scendere, nel rendimento, al di sotto della soglia del 2% (1,91%) per la precisione. Calma piatta anche sullo spread, ormai lontano da quella soglia superiore ai 250 punti, e ben orientato verso i 226 punti base, in calo ulteriore su 231 punti visti ieri.

Dovish anche dopo Draghi?

A dare una mano sono stati i commenti del nuovo capo economista della Bce, il quale ha confermato la disponibilità di Bruxelles ad andare anche oltre quanto proposto. Il che fa pensare che il board della banca centrale europea sia pronto a supportare politiche dovish anche dopo l’addio di Mario Draghi alla carica di governatore.

Una presa di posizione che ha aiutato, alleggerendo la pressione, un po’ tutti i titoli di stato, soprattutto periferici. Come si sa, quando accadono eventi come questi, in corrispondenza di un calo dei rendimenti, avviene un aumento del prezzo di acquisto. Quindi se il Btp decennale viaggia al di sotto del 2%, parallelamente il prezzo di acquisto è cresciuto, perché ritenuto un asset maggiormente sicuro di quanto visto in passato.

La questione Italia

Per l’Italia, in particolare, c’è la questione spread, in netto calo, ma anche il rinvio della decisione della Commissione Ue  sulla procedura per eccesso di debito. Insomma un mix che, a prescindere dal quadro politico, spesso direttamente influente sull’andamento del titolo di stato, ha permesso ai Btp di poter eguagliare i Treasury Usa nel rendimento.  Ma si tratta solo di un punto di coincidenza. Secondo gli analisti Unicredit, infatti, in Europa saranno ancora i Bund tedeschi ad essere la roccaforte sicura e, allargando la visuale all’intero mercato internazionale, i titoli di stato Usa, a dieci anni.

Le previsioni su Bund e Treasury

Tradotto in numeri, la performance attesa per la fine dell’anno dovrebbe vedere i primi a -0,45% e i secondi all’1,75%. In questo caso la spinta finale sarebbe data sempre dalle banche centrali, su entrambe le sponde dell’oceano.

Le prospettive per il futuro sono incoraggianti. Di oggi la notizia della ratifica ufficiale da parte dell’Opec+ (membri Opec più alleati esterni) per il taglio alla produzione di petrolio (1,2 milioni di barili) fino a marzo del 2020.

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