Bond: acquistare? Le previsioni di BofA

quali bond e obbligazioni scegliere?

Bond a rendimento negativo in aumento: attualmente il livello ha raggiunto i 12,3 mila miliardi. Ecco le previsioni di BofA sui bond.

La panoramica

Il taglio dei tassi della Fed e possibili ritorni di QE o di non meglio precisate misure di stimolo monetario, fanno intuire che la situazione è incerta. Almeno sull’azionario. Premettendo che, proprio il QE ha da sempre dato una mano alle azioni, molti si stanno orientando sui bond.

Secondo le cifre di Bank of America Merrill Lynch i flussi di capitali verso il reddito fisso non solo sono in rialzo ma che potrebbero continuare ad  aumentare ancora per qualche tempo.

Tempeste sui mercati

Anche perché le nuove tariffe annunciate dagli Usa sui beni cinesi potrebbero creare nuove tempeste sui mercati. Intanto, però, i rendimenti negativi sul settore obbligazionario sono anche loro in aumento, arrivando a superare i 12mila miliardi, stando alle ultime stime. L’ultimo esempio, per lo meno il più conosciuto dall’opinione pubblica, è quello del Bund tedesco, arrivato, sul taglio a 10 anni, a -0,52%. A spaventare gli investitori e a spingerli verso i cosiddetti beni rifugio (tra cui l’obbligazionario tedesco) è il rallentamento economico che si prospetta da più parti e che potrebbe, almeno secondo quanto detto dal governatore Fed Jerome Powell, coinvolgere anche Washington. Finora gli Usa hanno rappresentato una sorta di “isola felice” che potrebbe non essere più tale, soprattutto dopo l’ultimo tweet di Trump che minaccia nuovi dazi alla Cina per il 1 settembre. A tutto discapito dei mercati, del commercio e, in ultima analisi, dei consumi e dell’inflazione. Tempeste che potrebbero rendere quasi obbligata l’entrata in scena dell’azione regolatrice delle banche centrali, Fed in primis, ma non ultima la Bce.

Lo yuan è in crollo sul dollaro

L’economia europea, infatti, è esposta verso la Cina con la Germania in prima fila. Ne consegue che il deterioramento della fiducia tra Washington e Pechino potrebbe essere visto, presumibilmente, come una delle cause che ha favorito il deprezzamento dello yuan sul dollaro, arrivato in queste ore ai minimi dal 2008. Cosa significa questo? Che la guerra commerciale Cino-statunitense potrebbe trasformarsi in una guerra valutaria. Ma come i precedenti anche recenti, confermano, quando la svalutazione diventa globale e compulsiva, si arriva ad un gioco in cui nessuno vince. Quindi sempre più operatori guardano alle banche centrali e alle prossime, decisive mosse in ambito dei mercati.

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