Bolla speculativa sui mercati: 2020 come il 2000?

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Il 2020 come il 2000? Il parere degli esperti riguardo alla possibile bolla speculativa sui mercati

I mercati hanno registrato il miglior primo trimestre da diversi anni. Ma qualcuno già teme che il trend, nel 2020, possa portare ad una bolla.

Il 2000: la bolla delle dotcom

Il 2000 fu l’anno in cui ci fu la bolla delle dotcom. Società che nascevano sull’onda, per lo più emotiva, dell’allora nascente mondo tecnologico. Era quella che venne chiamata New Economy. In altre parole un’economia che, secondo i suoi sostenitori, non avrebbe avuto limiti di crescita perché si sarebbe espansa nell’infinito spazio di Internet.

Un’economia che, però, non era ancora in grado di reggere in un sistema che richiedeva comunque la presenza di fondamentali a cui dare conto.

Per questo motivo il suo apogeo, raggiunto il 10 marzo del 2000 con un Nasdaq 5.132 punti, fu seguito poco dopo dal crollo. Due anni dopo era a 1.142 punti.

Le coincidenze tra il 2000 e il 2020

Una curiosità?

La bolla nacque con la quotazione della società che sviluppò il primo browser, Netscape, nel 1994. Nello stesso anno vedeva la luce la società che avrebbe cambiato il mondo, partendo proprio da Internet: Amazon. Una coincidenza molto particolare che, dopo quasi 25 anni, ha il sapore del passaggio del testimone.

Ma non è la sola coincidenza. Nel 2000 all’euforia per i nuovi protagonisti portò ad aumentare a dismisura i finanziamenti per le nuove start up. Si parlò di 100 miliardi di dollari, record storico mai più eguagliato.

Una liquidità estrema.

Come quella presente in questo periodo sui mercati grazie alle operazioni di stimolo delle banche centrali. Operazioni che, stando alle ultime dichiarazioni di Powell&Co, non sono ancora finite.

Bolla speculativa sui mercati: e oggi?

Non esistono più le dotcom?

Forse non con quel nome. Oggi, infatti, si preferisce parlare di unicorni. Cosa sono gli unicorni?

Con questo termine si indicano le startup con una capitalizzazione per almeno un miliardo e che sono in fase di lancio sulle piazze di scambio. Gli unicorni sono stati il recente fenomeno del settore tecnologico. Si tratta di giovani società cresciute con i finanziamenti del venture capital e che stanno tentando la strada della quotazione pubblica (Ipo) direttamente a Wall Street. Qualche nome?

Uber, la più famosa, ma no la sola.  Per lei si parte da una capitalizzazione di 70 miliardi di dollari. Ma all’orizzonte ci sono anche Lyft, sul Nasdaq e Pinterest.

Il social che si basa sullo scambio di immagini arriverebbe a Wall Street a giugno.

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