Bolla in arrivo? Azionario ed obbligazionario e la ripresa

Bolla in arrivo

Bolla in arrivo?  

Dopo tanto pessimismo sul fronte macro-economico è stata proprio la spinta rialzista delle borse, sia sull’azionario che sull’obbligazionario a convincere anche i più scettici di una ripresa in vista.

Addirittura ora si parla di bolla in arrivo!

D’altronde in sostanza azionario ed obbligazionario stanno adottando un atteggiamento pro-ciclico.

Vale a dire che in qualche modo stanno segnalandoci che il peggio per l’economia mondiale è alle spalle e quindi nei prezzi viene inserita questo tipo di valutazione.

Banche centrali di fondamentale supporto

E’ anche vero che questo ottimismo discende dalla mutata impostazione di approccio monetario da parte delle banche centrali.

Sia FED che BCE sono passate da strette monetarie previste per il 2019 ad un atteggiamento potenzialmente addirittura espansivo se sarà necessario.

E i mercati sanno bene quanto la liquidità abbia aiutato l’economia nelle precedenti fasi cicliche.

Va notato come però da troppo tempo non si verifichi la classica bolla dei prezzi sui mercati…

La chiave per il formarsi della bolla è l’Equity risk premium

Sulle tendenze macro verso una potenziale bolla dei prezzi la chiave è infatti l’Equity risk premium che stabilisce il differenziale di rendimenti attesi tra azionario ed obbligazionario.

Indicatore che da tempo su questo sito viene richiamato come fondamento della view ottimistica riportata nei vari articoli che parlano del trend di fondo.

Il  cosiddetto macro- trend.

D’altronde con montagne di liquidità in arrivo come potrà l’obbligazionario sottrarsi a una discesa dei rendimenti favorendo lo switch verso l’azionario?

IL TLTRO della BCE è ormai fissato per settembre e quindi è massa monetaria certa in arrivo sui mercati.

La FED è in stand by ma, forzature di Trump a parte, già saperla pronta ad intervenire è vitamina per le borse.

FED ottimista

Questa posizione della FED sospesa tra ottimismo e disponibilità ad allentare sul fronte monetario a mio giudizio rimane una delle chiavi per tenere i mercati incanalati in questa onda rialzista che ha molte possibilità di durare a lungo.

Fino probabilmente a formare una bolla.

Sarà inevitabile qualche ritracciamento di breve termine (settimanale) ma mantenendo invariato il trend di fondo.

Solo se si avviassero correzioni che vadano oltre le tre settimane potremmo mettere in discussione questo quadro ottimistico.

La storia porta alla bolla

Se riprendiamo le teorie storico cicliche il prossimo ingresso in una fase di bolla dei prezzi sull’azionario pare quasi invitabile.

Pur reduci da importanti rialzi dei prezzi i mercati non sono mai entrati nelle fasi di eccesso tipiche delle bolle.

E poi c’è stato il draw down autunnale.

Una discesa controllata che può avere tolto paure e remore a quella fascia di pubblico spaventata dall’entità dei ribassi negli anni dei sub-prime.

Ora dunque questa ripresa potrà contare probabilmente anche su rientro sui mercati di una massa di risparmiatori completamente assente negli ultimi anni.

Tra l’altro anche le banche hanno meno necessità di raccogliere liquidità con le proprie obbligazioni.

Questo sia per la migliorata situazione complessiva tarata sui nuovi parametri di efficienza, sia per il costante flusso di liquidità che le banche centrali rendono disponibile (vedasi TLTRO in arrivo in Europa).

Quindi anche l’assenza di alternative remunerative e un ulteriore ribasso dei tassi sull’obbligazionario saranno alla base di nuove spinte al rialzo sull’azionario.

Fino al formarsi della bolla…

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