Bce, tassi invariati, conferma guidance e prospettive acquisti Quantitative Easing

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FRANCOFORTE (Reuters) – Tassi di riferimento stabili sui minimi storici e impegno a proseguire nel programma degli acquisti mensili di asset, che dal mese prossimo proseguirà però al ritmo dimezzato di 30 miliardi di euro al mese, fino a settembre dell’anno prossimo o anche oltre se sarà necessario.

Lo dice il comunicato Bce che accompagna la prevista conferma del costo del denaro — zero sui finanziamenti principali a sette giorni, 0,25% sui prestiti e -0,4% sui depositi overnight — al termine della riunione di politica monetaria.

In termini di ‘forward guidance’, l’indicazione è che i tassi rimarranno sui livelli attuali “per un periodo prolungato, ben oltre l’orizzonte del programma Qe”.

A seconda della dinamica dell’inflazione e delle consizioni di mercato, il consiglio Bce resta impegnato a potenziare l’importo e/o la durata del programma di sottoscrizione degli asset, che proseguirà di pari passo ai reinvestimenti.

La condizione per la chiusura del programma, spiega la banca centrale, è che Francoforte veda una “sostenuto aggiustamento della traiettoria di inflazione che sia compatibile con il proprio obiettivo sulla stabilità dei prezzi”.

Se poi lo scenario dovesse volgere al peggio, o se le condizioni finanziarie divenissero incompatibili con l’obiettivo di ripresa dell’inflazione il programma degli acquisiti potrebbe essere implementatato in termini di entità e/o tempi.

Pubblicato due settimane fa, l’ultimo sondaggio Reuters condotto presso gli analisti vedeva un’ampia maggioranza degli interpellati — cinquantadue su 60 — ipotizzare un a chiusura del Qe a fine settembre 2018, mentre per gli altri otto gli acquisti proseguiranno fino al 31 dicembre dell’anno prossimo.

In materia puntuale di tassi, il consensus degli addetti ai lavori prefigura un costo del denaro stabile fino alla fine dell’anno prossimo.

In occasione del consueto incontro con la stampa, Mario Draghi avrà modo di illustrare anche le nuove proiezioni dello staff Bce su crescita e inflazione, per la prima volta spinte fino all’orizzonte del 2020, in cui molto probabilmente verrà ritoccata al rialzo la stima sulla crescita 2018 rispetto all’1,8% ipotizzato in settembre.

Possibile anche, a parere degli analisti, un aggiustamento sempre al rialzo delle attese di inflazione, da mettere però in relazione a fattori endogeni come i costi energetici.

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