BCE: tagli già da questo mese?

minute della BCE

 Nei giorni scorsi il governatore della BCE Mario Draghi, conscio delle incertezze che già da diverso tempo gravano sui mercati, aveva dichiarato la disponibilità della banca stessa ad intervenire in caso di necessità. Un intervento che, stando alle sue parole, poteva sfruttare tutte le armi a disposizione dell’istituto.

Una guida per Lagarde?

Una notizia che aveva dato un po’ di benzina ai mercati i quali hanno da sempre apprezzato ogni impulso dato alla finanza dalle banche centrali. Ma le misure di stimolo potrebbero arrivare anche molto prima del previsto. Almeno questa è l’ipotesi che nasce dopo le dichiarazioni di François Villeroy de Galhau, governatore della banca centrale francese e membro del Consiglio direttivo presso la BCE secondo cui un programma in tal senso potrebbe essere lanciato anche molto prima. Infatti a novembre ci sarà l’avvicendamento tra l’attuale numero uno della BCE, Mario Draghi, appunto, e il suo successore Christine Lagarde. Si tratterebbe, in realtà, semplicemente di una decisione per agevolare il compito della Lagarde, ora a capo del Fondo Monetario Internazionale.

BCE e il mantra delle banche centrali

Quasi una specie di vademecum, o se si preferisce, delle linee guida, visto che sono note le posizioni dovish della francese, per quanto riguarda la politica monetaria. “Guardiamo ai mercati, ma non dipendiamo dal mercato, dipendiamo dai dati” questo il mantra delle banche centrali da entrambe le sponde dell’oceano. Ed è appunto guardando i dati che si denota una significativa creazione di posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico ma anche un progressivo rallentamento dell’economia. Insomma: la strada è stata decisa a grandi linee e nulla viene precluso, soprattutto se si guarda agli strumenti. Ma è anche vero che, appunto, gli strumenti e le modalità specifiche, potrebbero essere decise di volta in volta. Intanto oggi i mercati sono sul chi va là proprio a causa delle banche centrali.

Qualche timore dalla FED

Nello specifico per la FED i cui tagli, da tempo annunciati, potrebbero ritardare alla luce degli ultimi, positivi, non farm payrolls che hanno evidenziato un buono stato di salute nel mondo del lavoro a stelle e strisce. La prima a temere un allungamento dei tempi è stata la Borsa di Tokyo che ha visto il Nikkei 225 chiudere a -0,98%. Intanto le borse europee, con la sola eccezione di Piazza Affari, girano in negativo. Da sottolineare anche un’altra notizia: la Banca centrale cinese ha deciso una svalutazione dello yuan sul dollaro dello 0,27%.

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