Banco BPM e UBI, nozze alle porte? Aumentano i rumors.
Un inizio settimana in rosso per la Borsa di Milano con lo spread Btp-Bundche si aggira a 141 punti base. Giù le grandi banche come Unicredit (UCG) e Intesa Sanpaolo (ISP). Risultano in contro tendenza Banco Bpm (BAMI) e Ubi Banca (UBI) , sulla possibilità di una fusione fra i due gruppi nel medio termine. A fare crescere la possibilità di un eventuale fusione si è aggiunta l’affermazione fatta da Giuseppe Castagna amministratore delegato del Banco.
“Ha senso”, ha dichiarato rafforzando un concetto già ben noto ai mercati che concerne la comune vicinanza al tessuto imprenditoriale del Nord Italia.
Valutazioni
Agli analisti la congettura piace perché aiuterebbe a diminuire i costi in un quadro di forte competizione, tassi bassi e quadro macro molto variabile. Chiaramente non si può dire che non ci siano difficoltà, rappresentate in prima di tutto dalla necessità di assicurare una governance efficace, che vedrebbe due forti esponenti aziendali forti come Castagna e Massiah contendersi la guida dell’istituto. Il secondo problema prende luogo dal rigore della Bce, che per concedere il merger potrebbe intimare una ulteriore pulizia di bilancio per la quale servirebbe cercare soldi nel mercato.
Vantaggi e svantaggi di una fusione Banco BPM e Ubi Banca
Morgan Stanley ha evidenziato una riduzione delle spese in un suo report con un risparmio di circa il 30%, al quale però va aggiunto un rischio di un aumento di capitale da circa due miliardi di euro. Il principale svantaggio risulta legato al problema della pulizia del bilancio e quindi della necessità di chiedere soldi al mercato come rimarca Fidentiss. Nonostante queste problematiche, i rumors di queste nozze iniziano a spingere verso una possibilità sempre più concreta di fusione. I titoli dei due istituti negli ultimi periodi continuano a crescere e i traders consigliano sicuramente prudenza con una tendenza all’acquisto.
Approfondimento
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