Banche italiane: i tassi bassi aiutano o serve altro?

Banche italiane

In questa fase ci si interroga per capire se i tassi così bassi sono d’aiuto per le banche italiane.

La questione è delicata e va affrontata da due angolazioni complessivamente opposte.

Comodo finanziarsi a zero

E’ ovvio che per le banche italiane sia comodo e gradito potersi rivolgere alla BCE e ottenere finanziamenti a tasso zero.

QE e TLTRO hanno consentito al sistema bancario di sopravvivere alla crisi sub-prime evitando il dilagare di default alla Lehman Brothers anche in Europa.

Ma le banche sono state salvate anche dalla progressiva modifica in ampliamento dei criteri di solvibilità.

Per capirci è stato come se per evitare il ritiro della patente ad alcuni pezzi grossi (le banche) il tasso alcolemico (i parametri di solvibilità patrimoniale) sia stato più volte ampliato…

Si perché la BCE ha ricomprato titoli di Stato in quantità, sostenendone anche i corsi, ma ha completamente ignorato il problema dei bond corporate spesso tossici in quegli anni.

Così le banche italiane, e non solo, della liquidità “europea” spesso hanno potuto fare soltanto un uso corrente atto a coprire le scadenze di titoli illiquidi che viceversa sarebbero finiti “impagati” alla clientela di sportello.

Il fatto che si siano rinnovati semmai con altre vesti non toglie il problema che il sottostante sia rimasto insano.

Se un’ obbligazione veniva emessa a fronte di un credito poi rivelatosi inesigibile puoi negli anni mascherarla come vuoi ma il problema rimane.

Tassi attivi e tassi passivi

Detto dunque di come i tassi bassi abbiano aiutato le banche italiane ed europee a sopravvivere ma non certo a risanarsi, spostiamo l’attenzione sulle attività tipiche delle banche prima maniera.

Vale a dire guardiamo al guadagno derivante dalla forbice tra il costo della raccolta e i tassi applicati agli impieghi.

In questo caso è evidente che le banche coi tassi ufficiali a zero abbiano una forbice molto più ristretta rispetto al passato su cui generare ricavi.

E’ anche vero che solo una minima parte di clientela, dopo la stretta sul credito portata dalla crisi del 2008, può accedere al credito e in particolare ottenere tassi che siano comunque vicini al tasso BCE.

In generale è dunque il mix tra tassi bassi e contrazione dell’attività di credito che ha tolto senz’altro ossigeno alle banche italiane.

Idee di soluzione

Senza cercare soluzioni astruse è chiaro che FED e BOE hanno già tracciato una strada precisa di interventi.

Scelte e strategie  che hanno consentito alle banche americane e britanniche si risalire la china in modo più solido e definitivo rispetto alle consorelle europee.

Negli USA la FED ha stampato dollari in quantità e rilevato dalle banche sia bond governativi che soprattutto i bond tossici e loro derivati.

Che accordi vi siano per futuri recuperi da parte dello Stato di questi ingentissime somme non è stato ben chiarito al pubblico.

Ma il risultato è stato evidente: le banche americane hanno ripreso rapidamente a funzionare erogando credito e facendo utili.

In Gran Bretagna si è andati oltre e, per garantirsi che certe situazioni non si ripetessero,   oltre a finanziarle lo Stato in cambio ne è diventato il principale azionista.

Ecco, visti i risultati concreti ottenuti dai Paesi anglofoni le soluzioni sono già lì davanti agli occhi di tutti.

Si tratta solo di copiarle per bene.

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