Banche centrali all’opera

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Dopo i risultati eclatanti del mercato del lavoro statunitense pubblicati venerdì, la partita del rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve in Dicembre sembra ormai chiusa. Tuttavia rimangono diversi fattori di criticità che annebbiano i sonni del governatore Janet Yellen e sono principalmente legati all’indebolimento del comparto manifatturiero, la cronicizzazione dei prezzi delle commodities, soprattutto quelle del comparto energia, e il rafforzamento del biglietto verde che sta raggiungendo livelli di guardia e ritorna a fare pressione su economie emergenti, soprattutto quelle legate alle commodities industriali, e sulla competitività degli Stati Uniti soprattutto sul fronte esportazioni.



E se da un lato, come ha ricordato Janet Yellen davanti alla commissione del Congresso, c’è grandissima attenzione sul rialzo dei tassi, è altrettanto impellente la pressione degli operatori perché la FED si adoperi nella prossima riunione in direzione di un rialzo dei tassi. Se da un lato, forse, Janet Yellen preferirebbe avere un quadro estero a tinte meno fosche, dall’altra l’inerzia a Dicembre comprometterebbe ulteriormente la già precaria credibilità dell’istituto di Washington che ragionevolmente sarà l’ago della bilancia della prossima decisione del FOMC.

In Europa, invece, dopo i dati pubblicati la settimana scorsa, al centro delle discussioni della BCE c’è l’intenzione di intraprendere un percorso verso un aumento dello stimolo all’economia. Saranno proprio le modalità con cui Draghi agirà in questa direzione al centro delle prossime settimane di discussioni per raggiungere un solo vitale obiettivo: il ripristino di una dinamica inflazionistica che riporti il target verso il 2%.

 

Market Movers

15:00 Eurozona Eurogruppo

18:00 Stati Uniti Discorso Rosengren (FOMC)

 

EURUSD

Il rafforzamento del biglietto verde a seguito di un sorprendente risultato sui dati di venerdì ha concluso, almeno temporaneamente, la sua cavalcata a quota 1.07, livello toccato durante una sessione asiatica particolarmente incerta. Il rimbalzo delle prime ore della mattinata, unito all’apertura contrastata delle piazze europee ha contribuito a riportare il rapporto tra moneta unica e biglietto verde in area 1.0770 dove sembra essersi stabilizzato. L’assenza di dati macroeconomici renderà gli scambi laterali durante la prima fase della giornata e essenzialmente legati alla relazione indiretta con i listini azionari. Alcuni sviluppi in termini di aumento della volatilità potrebbero sorgere nel pomeriggio con l’apertura di Wall Street e l’inaugurazione dell’eurogruppo che dovrebbe discutere l’evoluzione della vicenda greca.

 

GBPUSD

Anche la sterlina ha fatto registrare un forte deprezzamento nei confronti del biglietto verde che ha portato il cable in area 1.50, salvo poi stornare in apertura dei mercati europei a quota 1.5080. L’assenza dei dati macroeconomici per la giornata di oggi dovrebbe spingere ulteriormente la sterlina per effetto della chiusura di parte degli short sul cable e riportare il cambio verso quota 1.51.

 

USDJPY

Continua l’indebolimento dello yen giapponese che torna a quota 123.40 dopo una sessione asiatica all’insegna di un ulteriore spostamento verso l’alto di USDJPY causato dal recupero dei listini asiatici e in particolar modo dell’indice Nikkei che mette a segno quasi due punti percentuali. Per lo yen, la giornata di contrattazioni dovrebbe mantenere lo status quo a cavallo di 123.30 in attesa dei dati macroeconomici in Cina e Giappone previsti per la notte tra oggi e domani.

Emanuele Rigo

Ava Trade

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