Bancari: su chi puntare con i tagli della Fed

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Ieri Jerome Powell ha confermato l’intenzione di tagliare i tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Una mossa che avvantaggerà i bancari. Su chi puntare nella seconda metà del 2019?

Tagli Fed: i bancari su cui investire

E’ noto da tempo che il presidente Usa Donald Trump stia chiedendo a gran voce un calo delle pressioni sul dollaro. Un biglietto verde debole, infatti, secondo la sua view, agevolerebbe l’export. Per questo motivo ha insistito continuamente sul taglio dei tassi e, in passato, sulle politiche della banca centrale, rea, invece, di voler normalizzare la situazione. Nelle scorse ore l’audizione del governatore Powell al Congresso statunitense ha dato ai mercati la certezza di un prossimo taglio sui tassi. Le aspettative parlano di primi provvedimenti già nella prossima riunione di luglio prevista tra il 30 e il 31 di questo mese.

La lista di UBS

Istintivamente i primi a poter avere un impatto negativo dalla nuova strategia sono i bancari, ma per gli esperti di Ubs, la cui previsione è di un taglio di 75 punti base entro il prossimo marzo 2020, ci sono alcuni titolo da valutare come buone occasioni di acquisto. La prima della lista è Citigroup (C) che conserva il rating buy. Una decisione che nasce dal fatto che le conseguenze derivanti dalle imminenti decisioni sui tassi non dovrebbero essere troppo pesanti per la banca Usa.

Le banche con meno esposizione ai tagli dei tassi

Buy anche per Bank of America. Per la società la cui fondazione si deve ad un italiano (Amadeo Giannini) le previsioni sul total return parlano di un 15,6% di upgrade rispetto alle quotazioni registrate nelle ultime sedute. Altri due nomi di particolare interesse possono essere Wells Fargo (WFC)  e Jp Morgan (JPM). Nel primo caso la banca, tra le preferite del portafoglio Buffett, può vantare anche qui il rating buy su target price a 53 dollari e total return a +15,4%. Total return che per Jp Morgan non va oltre il 13,6% nonostante la capitalizzazione che si aggira intorno ai 366 miliardi.

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