Bacche, semi e radici contrastano invecchiamento e prevengono i tumori ma occhio all’inganno

superfood

Da quando la moda dei superfood è iniziata non si parla d’altro. Li chiamano super cibi e si vendono sotto forma di polveri, succhi, essiccati o in pillole. Supermercati, farmacia e negozi di integratori ne sono pieni e la scelta è vasta. A giustificare la corsa all’acquisto di questi prodotti i numerosi giovamenti e le qualità curative. Nella lista troviamo capacità di prevenire i tumori, curare la sindrome metabolica oppure il raffreddore, passando per la cistite e ogni tipo d’infiammazione. Per non parlare delle proprietà dimagranti di alcuni di loro.

In prima linea c’è la curcuma, poi zenzero, bacche di goji, di açai, di maqui, semi di chia e succo di melograno etc. Ecco che bacche, semi e radici contrastano invecchiamento e prevengono i tumori ma occhio all’inganno. Alcune Istituzioni della ricerca medica in Italia ci consigliano di tenere gli occhi aperti e non fermarci alla pubblicità. Incerte, infatti, sono le prove e le ricerche scientifiche che confermano e provano la miracolosità di questi cibi. Si parla quindi della possibilità che nel superfood il marketing c’entri molto di più che la medicina.

Bacche, semi e radici contrastano invecchiamento e prevengono i tumori ma occhio all’inganno

La nascita dei superfood potrebbe avere troppi legami con un mercato che sfrutta questi alimenti per fare soldi. Tutto parte da principi attivi e micronutrienti scoperti in laboratorio che risultano utili per proteggere da certe patologie. Una volta scoperti, la tendenza è dire che sono contenuti in un particolare alimento. Solitamente questo alimento è un cibo esotico, costoso o difficile da trovare.

Tuttavia, la scienza dice che come la bacca di açai contiene grandi proprietà antiossidanti, stessa cosa vale per i mirtilli. Gli effetti benefici del consumo di queste due bacche potrebbero essere le stesse. Tutto ciò senza la dimostrazione che questi micronutrienti abbiano gli stessi effetti del principio attivo in vitro del laboratorio. Questa è l’incertezza di medici e personale che si dedica ogni giorno alla ricerca. La mancanza di studi che provino gli effetti di un certo alimento rispetto a un altro ci deve fare pensare.

Sicuramente questi alimenti sono ricchi di nutrienti che possono generare benefici. Purtroppo, però, il termine superfood può nascondere necessità di marketing e invitare all’acquisto. Per questa ragione, nel 2007, l’Unione Europea decide di non consentire l’uso di questa parola sulle etichette e confezioni.

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