Azioni: sopravvalutate o sottovalutate?

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Quando le Borse viaggiano sui massimo storici o comunque di periodo è sempre d’uopo porsi la domanda di rito: le azioni sono sopravvalutate o no?

La risposta che andremo a dare non è necessariamente legata alla dinamica di Borsa che potrebbe dipanarsi nel breve termine.

L’andamento dei listini da qui a fine estate sarà infatti molto legato a fattori contingenti come le tensioni in medio Oriente, le aspettative sui comportamenti, la guerra sui dazi della FED e quant’altro.

In ogni caso sui picchi è normale che per nuove accelerazioni dei listini serva molto di più di quello che serve per provocare uno storno.

L’obbligazionario non rende: obbligatorio virare sulle Borse

Con l’obbligazionario di qualità che da anni ormai non rende più nulla è obbligatorio virare sull’azionario.

Questa dinamica incorpora il rischio che i prezzi delle azioni possano gonfiarsi e risultare sopravvalutati.

In realtà se ci basiamo sulle serie storiche dei price/earning e dei dividendi siamo ancora molto lontani da quote di sopravvalutazione tipiche di quei momenti che si definiscono “bolle speculative”

Molto lontani dalla bolla

Proprio l’assenza da anni di una fase definibile come bolla speculativa è ulteriore elemento oltre a quelli oggettivi di P/E e dividendi che conferma che le azioni, parlando in generale, non sono ancora sopravvalutate.

Lo choc della crisi sub-prime ha allontanato dai listini di Borsa, specie in Europa, una grossa fetta di risparmiatori e pertanto da tempo latita la tipica e fondante componente delle bolle, ovvero la partecipazione di massa.

Allargamento esponenziale della base dei compratori di azioni (o fondi azionari) che non si è più vista da oltre 10 anni.

Motivi di ottimismo a tendere

Il rallentamento globale è evidente ed è un reale pericolo anche nella percezione  delle banche centrali.

Non a caso la BCE pare spostarsi sempre più verso politiche di sostegno alla economia .

Le scelte di Christine Lagarde alla Bce e di Ursula von derLeyen alla Commissione europea paiono direzionate verso politiche più espansive.

Anche se serviranno conferme a breve, magari proprio ad opera di quel Mario Draghi pronto ormai al passaggio di consegne.

Così come fece la Yellen nel passare le consegne a Powell (alzando i tassi) ecco che viceversa il Presidente italiano della BCE potrebbe omaggiare la Lagarde di una qualche mossa espansiva fuori dalle abitudini sin qui mostrate.

Questa impostazione della banche centrali cui ora, dopo il brusco rallentamento tedesco, aderisce anche la BCE è evidente.

Trattasi di una ulteriore garanzia che l’economia nutrita da tassi bassissimi e sostegni vari difficilmente entrerà in una vera recessione come si temeva mesi fa.

E le azioni torneranno ancora più prepotentemente alla ribalta.

Ci attendiamo Borse di nuovo al centro dell’attenzione quando gli operatori, magari dopo uno storno estivo, si saranno nuovamente resi conto delle buone opportunità offerte dai listini azionari.

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