Azioni o obbligazioni: cosa mettere in portafoglio?

ProiezionidiBorsa

Una domanda che ripetono spesso gli investitori è la seguente: azioni o obbligazioni? Quale asset allocation?

La pesatura tra componente azionaria ed obbligazionaria dipende chiaramente dal profilo di rischio che un investitore intende adottare.

Fatta questa premessa anche per chi ha un profilo di rischio elevato vediamo prima di tutto cosa al momento NON inserire in portafoglio.

Continuiamo ad escludere totalmente i prodotti obbligazionari in euro che comprendano titoli corporate con particolare attenzione a quelli del settore bancario finanziario.

I rendimenti appetibili mostrati non sono altro che un indicatore di rischio elevato e fintanto che la BCE non seguirà il modello adottato da USA e Gran Bretagna ripulendo le banche dagli asset tossici il segmento è da evitare.

In area euro rimane dunque fruibile il comparto obbligazionario governativo che però è tornato a offrire rendimenti scadenti.

Azioni o obbligazioni: spazio a BOT e BTP

Il nuovo attacco speculativo all’Italia ha comunque leggermente risollevato la redditività dei titoli di Stato italiani.

Quindi un giusto mix tra BOT (a breve termine) e BTP spalmati su varie scadenze può ancora garantire un portafoglio interessante ed a basso rischio.

Al 100% per chi opta per un portafoglio prudente; poi si scende al 40/50% per un portafoglio bilanciato ed al 20%/25% per chi desidera un portafoglio aggressivo.

Cercare alternative, tra i bond governativi in euro, a BOT e BTP, ancora a rendimento positivo, non ha molto senso visto anche i maggiori costi di negoziazione.

Senza contare che la BCE si è detta pronta ad intervenire in ogni modo e sappiamo quanto questo basti per escludere tracolli incontrollati ai nostri titoli di stato.

Azioni o obbligazioni: componente azionaria e liquidità

Detto di BOT e BTP per la componente obbligazionaria dei portafogli parliamo della parte destinata all’equity.

Nel portafoglio prudente rimaniamo assolutamente a zero. Non è il momento di inserire nemmeno quel 10% che in altre fasi si può pensare di attivare.

Passiamo al portafoglio bilanciato dove abbiamo lasciato disponibile un 50/60%.

Metà della metà di questa disponibilità va investita sui principali titoli del Dow Jones escludendo assolutamente Apple.

La rimanente metà della metà va distribuita tra DJEurostoxx 50 e un buon fondo Emerging markets e ancora meglio Asian market ex Japan.
La rimanente metà va mantenuta in liquidità per chi ha un approccio da asset allocation, mentre andrà utilizzata in trading per chi ama operare anche con posizioni di breve o brevissimo termine.

In questo ultimo caso si possono utilizzare anche titoli italiani di qualità come ad esempio Atlantia (Leonardo o FCA)  o ENI.

Il portafoglio azionario aggressivo: asset allocation

Vista la fase non brillante del ciclo economico abbiamo comunque lasciato un 20/25% nei bond governativi italiani.

Il rimanente può essere re-impiegato come segue seguendo lo stesso schema del portafoglio bilanciato ma con alcune peculiarità più specifiche:

Un terzo di questa disponibilità (75/80%) va investita sui principali titoli del Dow Jones escludendo assolutamente Apple.
Un terzo andrà distribuito e diversificato così:
– per un quarto sul DJEurostoxx 50,

– un quarto su un buon fondo Emerging markets,

-per un altro quarto su un fondo Asian market ex Japan,

– un altro quarto può essere destinato a un fondo paese che sceglierei tra India e Shangai anche, perché no mixando i due.

Il rimanente terzo va mantenuta in liquidità di scorta per chi ha un approccio da asset allocation, mentre andrà utilizzata in trading per chi ama operare anche con posizioni di breve o brevissimo termine.

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