Azionario: scelta vincente. Lo studio di Credit Suisse

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L’asset class su cui puntare? L’azionario. Ecco perché.

Perchè puntare sull’azionario secondo Credit Suisse

Le politiche economiche e finanziarie delle banche centrali saranno di grande aiuto per i mercati. Infatti nonostante valutazioni ancora alte, le preferenze dell’istituto elvetico si dirigono verso Wall Street e gli emergenti.

Nel primo caso le attese guardano ad una ripresa dell’economia a discapito di tutti gli allarmi che parlano di rallentamento in arrivo. Nel secondo, per gli emergenti, saranno sempre le politiche delle banche centrali a permettere un rafforzamento delle quotazioni.

I paesi emergenti: il vero asso nella manica

Come è noto, infatti, i paesi emergenti hanno spesso debiti contrassegnati in dollari. Una valuta nazionale debole può essere supportata da un rapporto con un biglietto verde in calo. In altre parole i costi del debito in dollari, con un Fed in fase attendista sul fronte del rialzo dei tassi.

Dunque ottimismo sulle azioni globali. Il motivo? L’arrivo di un rimbalzo economico favorito da una politica accomodante delle banche centrali.

Come già anticipato, infatti, ci sarebbero alcuni segni premonitori che indicano la ripresa, nella seconda metà dell’anno, dell’attività economica.

Un rimbalzo già dalla seconda metà dell’anno?

Quelli che Golay Markovich chiama “importanti segnali indicatori di un rimbalzo dell’attività economica nel secondo trimestre”. Nello specifico si tratta dell’indice manifatturiero dei direttori agli acquisti, i famosi PMI.

In Italia, nazione da più parti definita un possibile rischio a livello mondiale , si stanno addirittura stabilizzando (gli ultimi sui servizi hanno registrato un incoraggiante 53,1 punti).

A sostenere le condizioni finanziarie anche una Fed che non ha esitato a cambiare marcia in maniera radicale. E per di più nel giro di tre mesi.

Il cambio di rotta della Fed

I tre iniziali rialzi che erano stati avanzati a dicembre da parte di alcuni analisti, si sono presto ridimensionati prima a due e poi a zero. Complici anche le critiche del presidente Usa Donald Trump all’operato fatto dal governatore della Fed Jerome POwell. Anche perché la strategia aggressiva della banca centrale aveva spaventato e non poco dei mercati ormai abituati a stimoli finanziari ormai da oltre 10 anni.

Ad ogni modo per Credit Suisse non è da escludere che il sostegno citato possa portare anche ad un rally azionario. Unica incognita: la volatilità da sempre legata alla stagione degli utili.

 

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