Avviate trattative di pace ma i mercati hanno ancora paura della guerra

mercati azionari

L’Asia e i mercati continuano a spaventarsi per la piega che sta prendendo il conflitto in Ucraina. In queste ultime ore si è addirittura arrivati a parlare apertamente di minaccia nucleare da parte di Mosca. In altre parole un’’allerta nucleare voluta da Putin e appoggiata dalle autorità della Bielorussia, nazione vicina alla Russia non solo geograficamente.

A tentare di calmare gli animi, parallelamente, si avanzava l’ipotesi di dar vita a possibili trattative tra le parti. Ipotesi che oggi si è trasformata in realtà con l’incontro tra le delegazioni russe ed ucraina a Gomel, in territorio bielorusso. Per gli osservatori è un primo passo che ovviamente è ben lontano dal garantire la fine del conflitto, ad ogni modo è pur sempre un segnale incoraggiante. Ma nonostante siano state avviate trattative di pace, il Vecchio Continente, protagonista di questa triste vicenda, ha visto le sue Borse aprire in forte calo.

Lo stesso discorso può essere fatto per i futures di Wall Street, anche loro in passino evidente. Tradotto in numeri il panorama della situazione vedeva il Ftse Mib ed il Dax perdere, intorno alle 11.30 oltre il 2,5%. In negativo anche il Cac 40 di Parigi a -2,9 e il Ftse 100 di Londra a -1,4%. Guardando invece alle Borse statunitensi il quadro non cambiava molto. Infatti nello stesso momento sull’S&P500 i futures arrivavano a -1,6%, quelli sul Dow e sul Nasdaq a -1,4%.

Chi invece continua a correre sono il petrolio e l’oro. Il primo ha abbondantemente superato la soglia dei 100 dollari al barile attestandosi ai 105, mentre il secondo i 1.900 dollari arrivando a 1909. Parallelamente il decennale a stelle e strisce è arrivato a testare l’1,9% di rendimento. Intanto i nuovi pacchetti di sanzioni in arrivo hanno letteralmente falcidiato il rublo che è crollato di circa il 40%.

Avviate trattative di pace ma i mercati hanno ancora paura della guerra

Tra le decisioni più severe adottate contro Mosca ci sono quelle di natura finanziaria. In realtà sono soluzioni tecnicamente complesse, adottate, come detto, per tagliare le risorse finanziarie di Mosca. Tra queste ci sarebbe quella che riguarda la confisca momentanea delle riserve russe all’estero. Si tratta di una serie di provvedimenti che dovranno nascere dagli accordi fra i vari tecnici delle Banche centrali. Inoltre, con ogni probabilità, queste misure dovranno poi ricevere il nulla osta degli organismi politici dei singoli Paesi, su entrambe le sponde dell’oceano.

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