Australia in salute. Hong Kong molto meno. La Cina frena

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Il fatto che la banca centrale australiana avesse mantenuto i tassi invariati all’1,5% ci aveva quasi ingannato. Si poteva pensare che qualcosa nello splendido meccanismo della terra dei canguri si fosse inceppato.
Dopo il rialzo dei tassi della BOE inglese infatti era lecito attendersi che anche il paese oceanico seguisse l’esempio. In fin dei conti, bandiera a parte, i legami con la Gran Bretagna sono ancora forti , vedasi Commonwealth.

Ebbene nessun problema: il PIL australiano è uscito a un bel +3.4% battendo ampiamente le attese posizionate a +2.8% e anche su base trimestrale il trend è confermato con un +0.9% sopra il +0.8% del consensus.

Resta dunque misteriosa la debolezza del dollaro australiano (AUD) verso l’euro. Se ci basiamo sui fondamentali non ci dovrebbe essere partita… la moneta australe è sostenuta da un ‘economia forte e stabile nel tempo, con livelli di disoccupazione minimi e un assetto sociale discretamente tranquillo.

Vuoi vedere che anche le banche australiane si erano fatte prendere la mano rimanendo vittime di un sub-prime ritardato in salsa di canguro e il mercato sta scontando un eccesso di stampa di AUD che la banca centrale ha messo in movimento per tappare le falle?

Non vi è altra spiegazione. A questo punto però non conoscendo, come al solito, l’entità della sovra-produzione di moneta è chiaro che diventa anche difficile e complesso calcolare dove questo movimento impulsivo potrà fermarsi.
Si può peraltro notare che si sta formando un triplo massimo su livelli evidentemente complicati da superare. Gann dava l’alta , quasi certa, probabilità di rottura al quinto tentativo. Quindi nel caso si avessero segnali daily di inversione in questa area di prezzi si potrebbe anche tentare una mossa short con lo stop sopra i massimi.

Va notato anche il livello anomalo del tasso di interesse dei titoli australiani ,  la cedola infatti rimane ben più alta del tasso di sconto e questo conferma che nei meandri dei conti nazionali anche in Australia qualcosa non torna.

Interessante invece è notare come la borsa australiana sia in assoluto una delle più de-correlate nelle fasi dei grandi movimenti borsistici quali quelli che ci possiamo attendere in autunno.

Come dati del primo mattino segnaliamo anche un indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero di Hong Kong a 48.5 , sotto quindi la soglia fatidica di 50… dato che merita attenzione e spiega una volta di più come mai la borsa locale sia una delle peggiori dell’area da inizio anno.
Gli zii cinesi se ne escono con il medesimo indice ma del settore dei servizi a 51.5 verso un 52,7 pre-contato. Come dire anche dalle parti del dragone prestare molta attenzione.
E con questa rima non cercata ci spostiamo al prossimo articolo con cui ci riporteremo su mercati più vicini.

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