Aumenteranno le tasse a causa del coronavirus

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Presenta tinte fosche lo scenario che si spalanca dinanzi ai contribuenti italiani per i quali i fardelli delle tasse aumenteranno a causa del coronavirus. Non occorre scomodare esperti economisti per intravvedere l’arrivo di un’onda anomala che porterà a riva oneri fiscali provenienti dalla risacca dell’epidemia. Emergono già con cristallina evidenza le ricadute negative del blocco delle attività lavorative e produttive sul sistema economico nazionale.

Lo Stato assistenzialista ha dovuto attingere dalle proprie casse i fondi per sostenere a livello finanziario nuclei familiari e lavoratori costretti all’inattività. Si è moltiplicato in misura esponenziale il ricorso da parte dei cittadini agli ammortizzatori sociali che il Governo ha erogato a supporto dell’emergenza economica. Innumerevoli imprese di piccole e medie dimensioni languono in attesa della riapertura e si teme che non tutte saranno capaci di ripresa.

In crescita il tasso di disoccupazione

Le stime a breve termine ritraggono una realtà occupazionale oltremodo allarmante. Si prevede difatti, sebbene in misura indicativa, che il tasso di disoccupazione schizzerà all’11,6% per poi attestarsi sull’11% nel 2021. Alcune categorie professionali risulteranno più colpite di altre, in particolare i lavoratori stagionali e quelli con contratto a tempo determinato.

Più tutelati dall’impatto devastante del coronavirius si riveleranno i lavoratori alle dipendenze di aziende di solida e più ampia dimensione. Su tutti i contribuenti comunque vedremo aleggiare l’ombra di pesanti tributi e di sicuro aumenteranno le tasse a causa del coronavirus.

Aumenteranno le tasse a causa del coronavirus

Il Documento di Economia e Finanza (Def) mira dritto al portafoglio dei contribuenti italiani e annuncia l’arrivo di imposte in continuo incremento. Se nel 2019 il peso che il pagamento dei tributi ha esercitato è stato pari al 42,4%, nel 2020 crescerà fino al 42,5% del Pil. Il 2021 si prospetta ancora più oneroso in termini di pressione fiscale dal momento che si prevede che salirà al 43,4% del Pil.

In una congiuntura economica così sfavorevole l’ulteriore aumento delle imposte non può che gettare nel panico milioni di contribuenti italiani. Ad attendere le famiglie già provate dalla precarietà finanziaria in cui sono precipitate vi sono cumuli di tasse che reclamano pagamenti puntuali. Ormai alle porte infatti la conclusione della moratoria del 31 maggio 2020 che ha sospeso pagamenti e verifiche fiscali. L’Agenzia delle Entrate sta scaldando i motori e, stando alle dichiarazioni del direttore Ernesto Ruffini “si prepara ad emettere entro quest’anno circa 8,5 milioni di atti e comunicazioni”. Come a dire ai contribuenti italiani di abbandonare illusioni e speranze di ulteriori rinvii per le cartelle esattoriali.

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