Attenzione, si proverà disgusto a mangiare le ostriche dopo aver saputo cosa c’è dentro

ostriche

Immaginiamo di essere sul lungomare di una località turistica, seduti al tavolo in un ristorante raffinato, in buona compagnia. Immaginiamo di bere un calice di vino bianco e di mangiare un piatto di ostriche appena pescate. Tutto si svolge in assoluta spensieratezza e l’unica novità frizzante potrebbe essere di trovare una perla in un’ostrica. Ebbene, in questo articolo, saremo costretti a rovinare questa immagine idilliaca e dare notizia di recenti studi che interessano questi molluschi. Meglio fare attenzione, si proverà disgusto a mangiare le ostriche dopo aver saputo cosa c’è dentro.

Come fanno le ostriche a fare le perle?

Le perle sono prodotte da ostriche marine e cozze d’acqua dolce come difesa naturale contro un agente esterno (per esempio un parassita) che entra nel loro guscio o danneggia il loro fragile corpo. L’ostrica o cozza secerne lentamente strati di aragonite e conchiolina, materiali che costituiscono anche il suo guscio. Questo crea un materiale chiamato madreperla che racchiude il corpo estraneo proteggendo così il mollusco. In questo modo si creano delle perle uniche e preziose. Altri molluschi bivalvi e gasteropodi possono produrre perle, ma queste non sono di madreperla.

Le microplastiche

L’inquinamento da microplastiche è diventato una delle principali fonti di preoccupazione per gli scienziati. Esiste una grande quantità di studi circa l’ingestione di microplastiche da parte di pesci, tartarughe e altri animali marini.  Quando si eseguono questi studi in laboratorio, generalmente si utilizzano delle plastiche incontaminate, in un ambiente di ricerca controllato. Sono condizioni verosimilmente diverse da quanto avviene in realtà nell’ambiente marino. Le microplastiche vengono immediatamente colonizzate da colonie di decine di batteri diversi. Questi batteri potrebbero avere un ruolo, come vedremo, nell’ingestione da parte della fauna marina delle microplastiche

Attenzione, si proverà disgusto a mangiare le ostriche dopo aver saputo cosa c’è dentro

In uno studio appena pubblicato (Fabra M et al, 2021), i ricercatori hanno analizzato l’accumulo di microplastiche (sia incontaminate sia contaminate da Escherichia coli) in ostriche europee. Sono giunti alla conclusione che l’assorbimento di microplastiche ricche di batteri all’interno dei bivalvi è stato significativamente superiore rispetto a quello di microplastiche non contaminate.

Inoltre, le microplastiche non sembrano accumularsi nelle ostriche per lunghi periodi. Tuttavia, i batteri contaminanti presenti sulle microplastiche possono essere trasferiti all’uomo attraverso il consumo di ostriche. Ciò rappresenta un rischio per la sicurezza alimentare e la salute umana.

Le ostriche infatti, a causa delle microplastiche contaminate anche da patogeni, possono trasformarsi in vettori di malattie e infezioni. Al momento, al meglio delle nostre conoscenze attuali, non sembrerebbero esserci studi sulla possibilità, da parte delle ostriche, di creare perle a partire dalle microplastiche.

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