Attenzione, il Fisco può fare una brutta sorpresa a chi ha la Partita Iva

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Attenzione, il Fisco può fare una brutta sorpresa a chi ha la Partita Iva. Quali sono i motivi?

A chi svolge un lavoro autonomo o un’attività può essere capitato di aprire una Partita IVA.

Così come può capitare poi che questa rimanga a lungo inattiva. In altre parole, non vengono più eseguiti movimenti in entrata e/o in uscita.

In questo periodo di crisi profonda, il problema si avverte ancora di più, e forse con maggiore stress. La crisi sanitaria ed economica ha alterato profondamente l’andamento dell’economia nazionale e tutti ci troviamo a vivere in un profondo clima di incertezza.

Cosa fare dunque se la Partita IVA è inattiva? Conviene tenerla aperta o è meglio procedere con la cessazione?

Attenzione, il Fisco può fare una brutta sorpresa a chi ha la Partita Iva

Il contesto che stiamo vivendo è sicuramente drammatico. Si prevedono la perdita di migliaia di posti di lavoro sia fra i lavoratori dipendenti che autonomi. Ecco perché mantenere aperta la Partita IVA potrebbe rivelarsi più un fardello che altro, soprattutto se è previsto un contributo minimo.

Talvolta, si potrebbe comunque preferire di lasciare la Partita IVA attiva, anche se “inattiva”. Questo è il caso, ad esempio, di chi svolge consulenze sporadiche o saltuarie esterne, ovvero per soggetti diversi dall’azienda in cui lavora.

È bene sapere, però, che se si opera con Partita IVA inattiva, c’è la possibilità che la stessa venga comunque chiusa d’ufficio ad opera del Fisco.

Questo succede quando i soggetti titolari di Partita IVA risultino inattivi per tre anni. Questo vale per le attività professionali o di impresa, ma anche per quelle artistiche. Quest’eventualità viene notificata al contribuente interessato dall’Agenzia delle Entrate.

Come procedere per chiudere la tua partita IVA

Per cessare la Partita IVA bisogna inoltrare il Modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate. Questo entro e non oltre 30 giorni dalla data in cui decorre il termine

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