Attenzione alla data di scadenza dei prodotti per non incorrere in questo inconveniente

spreco alimentare

In un precedente articolo abbiamo visto come si può ottenere un rimborso se compriamo cibo avariato. Questa volta ci occuperemo di una questione abbastanza comune e che spesso crea confusione.

Sarà capitato a tutti di comprare del cibo senza controllarne l’etichetta. Una volta arrivati a casa, però, ci si accorge che il prodotto è scaduto.

Cosa si può fare in questi casi?

La risposta purtroppo è niente. Difatti, se acquistiamo un prodotto scaduto ma in buono stato, non avremo diritto né ad un rimborso né alla sua sostituzione.

La differenza tra le due situazioni sta nel fatto che se non è possibile vendere un prodotto avariato, questo non vale anche per uno scaduto. Ecco perché bisogna fare attenzione alla data di scadenza dei prodotti per non incorrere in questo inconveniente.

La Cassazione sul punto

Anche la Suprema Corte di Cassazione si è espressa sulla questione. La Corte ha stabilito con una sentenza del 2016 che chi vende merce che ha oltrepassato la data di scadenza non commetterà reato.

Quanto detto è ovviamente valido solo se lo stato del prodotto è integro e non deteriorato.

L’arresto della Corte si inserisce nel più ampio tentativo di porre fine allo spreco alimentare, sulla scia degli altri Stati europei.

Come ribadito dagli Ermellini, la data di scadenza solo raramente coincide con l’effettivo deterioramento del prodotto. Non si riscontra in questi casi alcun pericolo per la salute dell’uomo che lo legittimi al rimborso o alla sostituzione del suo acquisto.

La prossima volta che andiamo a fare la spesa facciamo quindi attenzione alla data di scadenza dei prodotti per non incorrere in questo inconveniente.

La piaga dello spreco alimentare

I ricercatori hanno stimato che l’Italia spreca quindici miliardi di cibo ogni anno. È un numero impressionante se pensiamo all’aumento della povertà soprattutto in questo momento storico caratterizzato dalla pandemia.

Ogni giorno supermercati, bar e ristoranti gettano chili e chili di cibo che potrebbe ancora essere consumato. Ancora oggi la fame è sempre troppa nonostante tante associazioni di volontariato facciano il possibile per garantire un pasto caldo ai più bisognosi.

Sulla scia della sentenza del 2016, la lotta allo spreco alimentare parte dalle nostre case. Come? Cercando di non comprare cibo in eccesso e di non gettare quello che è consumabile anche il giorno successivo.

Il primo passo parte da noi.

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