Attenzione ai messaggi Whatsapp perché la Polizia li legge

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In caso di indagini per un sospetto reato i messaggi Whatsapp sono considerati a tutti gli effetti prove documentali. Rispetto a questa particolare fonte di prova le forze dell’ordine hanno poteri di acquisizione molti ampi. Non c’è necessità di un mandato per acquisirli. Per questo dovete scrivere con cautela e fare attenzione ai messaggi Whatsapp perché la Polizia li legge.

Non crediate che il vostro telefono possa scampare alla perquisizione. Tutti sanno che oggi lo smartphone è uno strumento di uso quotidiano e soprattutto fonte di informazioni potenzialmente infinite. Non solo contiene la rubrica con tutti i nostri contatti, ma conserva traccia dei nostri spostamenti. Le nostre mosse possono così essere ricostruite con una precisione infallibile ed inconfutabile. Se verrete fermati perché sospettati e verrete perquisiti siate certi che la Polizia Postale passerà al setaccio il vostro cellulare. Ormai questo passaggio fa parte, di prassi, della perquisizione.

Attenzione ai messaggi Whatsapp perché la Polizia li legge

Vi indichiamo i vari passaggi del procedimento in modo che possiate essere padroni della situazione e decidere quando vi serve l’assistenza di un legale. Intanto il vostro telefono sarà soggetto a sequestro probatorio, in modo che l’estrapolazione dei dati avvenga in modo formale.  Deve risultarne traccia nei verbali e negli atti della Polizia in modo che poi le informazioni siano utilizzabili in giudizio.

Successivamente le forze dell’ordine decideranno come conservare i vostri messaggi. Possono  trascrivere il contenuto dei messaggi in un verbale. Oppure possono fotografare la schermata del vostro messaggio e conservarla in forma più diretta e visibile. Le due modalità sono ugualmente efficaci per la legge.

Con questo articolo vogliamo però attirare la vostra attenzione soprattutto su un punto: la Polizia può acquisire il contenuto dei vostri messaggi senza necessità di un mandato da parte del magistrato.

Lo ha confermato recentemente la Corte di Appello di Roma con la sentenza 4052 del 2018. Come mai? Perché tecnicamente non è una attività di intercettazione, che richiederebbe un mandato esplicito da parte del magistrato. L’acquisizione dei contenuti del telefono è considerata attività di perquisizione personale, che non richiede il vaglio preventivo del magistrato.

Del resto concorda con questa opinione anche la Corte di Cassazione con la sentenza 1822 del 2018. Secondo la Suprema Corte i contenuti del telefono, o di uno strumento informatico in genere, sono equiparabili ai documenti. Nel corso di una perquisizione è possibile per la Polizia acquisire e prelevare documenti o copie di essi. Solo successivamente sarà necessario il vaglio del magistrato a seconda dell’uso che di quei documenti si intenda fare, per esempio in un processo penale.

Vogliamo farvi riflettere sull’importanza di questo elemento. In altri articoli, infatti, vi abbiamo avvisati della vostra facoltà di chiedere la presenza del vostro avvocato a determinati accertamenti. In questo caso, invece, è ben possibile per la Polizia acquisire prove documentali importanti senza che voi possiate opporvi  e senza che possiate rinviare in attesa dell’arrivo del vostro avvocato.

Fate quindi molta attenzione al contenuto dei vostri messaggi. Verranno letti ed acquisiti senza che ci sia un legale ad assistervi.

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