Attenzione ai consumi elettrici perché si potrebbe perdere l’agevolazione sulla prima casa

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L’articolo 8 del decreto legislativo 504 del 1992 stabilisce che sulla prima casa di residenza possono essere applicate alcune agevolazioni tributarie. Nello specifico, si parla dell’immobile che fa da abitazione principale: dall’imposta dovuta si detrae una somma (indicata nel decreto ancora in 180mila lire) rapportata al periodo dell’anno in cui l’immobile assolve a questa destinazione.

La definizione di “abitazione principale” è fornita dallo stesso articolo 8: è quella nella quale il contribuente e i suoi familiari hanno dimora abituale. Il contribuente deve avere possesso dell’immobile in quanto proprietario, o per usufrutto, o in forza di qualsiasi altro diritto reale.

Con queste premesse, diventa ancora più importante sapere che bisogna fare attenzione ai consumi elettrici perché si potrebbe perdere l’agevolazione sulla prima casa. L’amministrazione comunale, infatti, può bloccare le detrazioni in un caso particolare riconosciuto da un’ordinanza recentissima della Corte di Cassazione.

Il caso preso in esame

La sezione tributaria della Corte di Cassazione ha emanato l’ordinanza numero 29.505 del 22 ottobre 2021 con la quale si introducono importanti novità in materia.

Viene ribadito il principio già espresso dalla Commissione Tributaria Regionale dell’Emilia Romagna nella sentenza numero 1.711 del 2019. Se nella casa considerata di residenza i consumi d’energia elettrica sono bassi, l’agevolazione dell’articolo 8 del D. Lgs. 504/1992 può essere revocata.

Secondo la Suprema Corte la presunzione di residenza, anche quando è certificata da dati e documenti anagrafici, dev’essere supportata a un equo consumo d’energia.

Quando insomma il contatore segna consumi bassi, è lecito pensare che questo sia una prova del fatto che quella casa non sia un abituale luogo di residenza. Il giudice ha ritenuta valida la dimostrazione fornita dal Comune di consumi elettrici irrisori, incompatibili quindi con una permanenza nell’immobile indicato come casa di residenza.

Attenzione ai consumi elettrici perché si potrebbe perdere l’agevolazione sulla prima casa

L’orientamento della Corte di Cassazione è quello di considerare le risultanze anagrafiche come una semplice presunzione, non come una prova, circa l’effettivo riconoscimento del luogo di residenza. Le documentazioni anagrafiche possono quindi essere superate da prove contrarie, che possono provenire da fonti diverse tra cui anche l’analisi dei consumi. Queste prove possono essere ovviamente suscettibili di valutazione da parte di un giudice.

Nel caso specifico, i giudici d’appello hanno verificato le prove debitamente documentate dal Comune e hanno accertato l’effettiva mancanza di consumi compatibili con quelli di una casa abitata e “funzionante”. Altro elemento che può portare alla perdita dell’agevolazione è la categoria catastale. Se l’immobile è inquadrato come studio o come ufficio, l’esenzione non spetta.

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