Attenzione a questo termine perché se scade vedove e figli non potranno più ricevere dall’INPS i ratei della pensione

lavoratori in pensione

Nella vita può succedere di vivere alcune situazioni tra le più impensabili come il restare vedovi oppure orfani prematuramente.

Storie molto dolorose che stravolgono completamente l’esistenza di una persona o di una famiglia non solo emotivamente ed affettivamente ma anche economicamente.

Oggi, nel nostro Paese sono ancora molte le famiglie monoreddito e l’organizzazione delle finanze, soprattutto, quando viene a mancare all’improvviso proprio il titolare del reddito, non è affatto semplice.

Purtroppo, a volte e senza alcun preavviso, si è costretti oltre a dover elaborare il lutto per la perdita di una persona cara, a far tornare i conti a fine mese.

Senza perdere di vista anche gli innumerevoli adempimenti burocratici legati al decesso stesso.

In Cosa fare quando muore un genitore o una persona cara, gli esperti di ProiezionidiBorsa, forniscono ai Lettori una mini-guida spiegando, punto per punto, i vari passaggi.

Quest’oggi cercheremo di capire cosa succede alla morte di un lavoratore già pensionato o, non ancora pensionato ma in possesso dei requisiti per la pensione. In altre parole, il lavoratore assicurato che abbia maturato i contributi per la pensione.

Ponendo particolare attenzione a questo termine perché se scade vedove e figli non potranno più ricevere dall’INPS i ratei della pensione.

Attenzione a questo termine perché se scade vedove e figli non potranno più ricevere dall’INPS i ratei della pensione

Quotidianamente i Consulenti di Diritto e Fisco si occupano di previdenza aiutando i Lettori sulle problematiche comuni di queste pratiche amministrative.

Dalla dichiarazione di morte all’organizzazione del funerale, dagli adempimenti bancari alla dichiarazione dei redditi e così via.

Quando muore un pensionato o un lavoratore assicurato ma non ancora titolare di pensione, la legge stabilisce in favore dei familiari superstiti alcune prestazioni previdenziali. Questo purché siano rispettate alcune condizioni e sodisfatti determinati requisiti.

Nel primo caso, parliamo di pensione di reversibilità. Nel secondo caso, di pensione indiretta. L’obiettivo comunque è lo stesso ed è quello di prevedere una forma di sostegno pensionistico. Una forma di sostegno dedicata ai familiari superstiti di un pensionato o di un lavoratore assicurato.

La reversibilità

Questa sera parleremo del trattamento pensionistico di cui hanno diritto i familiari del pensionato ossia della pensione di reversibilità, erogata dall’INPS alla morte del pensionato.

Domande frequenti sono lo scoprire il quando la pensione spetta ai figli e a quanto ammonta.

Ma attenzione a questo termine perché se scade vedove e figli non potranno più ricevere dall’INPS i ratei della pensione.

Anche se il diritto alla pensione di reversibilità scatta in automatico e la domanda per la concessione può essere presentata in qualsiasi momento successivo al decesso del pensionato o del lavoratore assicurato, la legge all’art. 2946 del Codice civile prescrive quanto segue.

Trascorsi dieci anni dal decesso, i ratei di pensione non riscossi cadranno in prescrizione e pertanto, gli aventi diritto, vedove e figli, non potranno più riscuotere i ratei della pensione se non per gli anni successivi esclusi dalla prescrizione.

Per cui il consiglio è quello di presentare la domanda per la pensione di reversibilità direttamente all’INPS oppure tramite Patronato tenendo in considerazione che la pensione decorre dal primo giorno successivo a quello del decesso del pensionato o del lavoratore.

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