Attenzione a questi sintomi insospettabili che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per questa malattia degenerativa

Parkinson

Normalmente i segnali d’allarme sono il tremore, anche a riposo e bradicinesia (rallentamento di tutti i movimenti volontari). Questi sintomi si traducono poi in disturbo dell’equilibrio, andatura impacciata e postura curva. Questi gli indizi per così dire classici della malattia di Parkinson che per frequenza è la seconda malattia neurodegenerativa. Secondo il Centro Dino Ferrari dell’Università degli Studi di Milano tale malattia colpisce circa 4,5 milioni di persone al di sopra dei 50 anni.

Un diverso punto d’origine

Recenti ricerche però individuano l’origine del Parkinson anche nell’intestino (oltre che nel cervello). La Fondazione Veronesi ne rende conto facendo leva sulla rivelazione di un gruppo di scienziati danesi dell’Università di Aarhus. Quindi la malattia di Parkinson si può dividere in due varianti che hanno origine in due parti distinte del corpo. Nell’intestino e da qui raggiungere il cervello oppure dal cervello per poi propagarsi verso l’intestino o altri organi come il cuore. La conclusione giunge dopo studi sofisticatissimi e all’avanguardia che partono dalla valutazione di sintomi molto variegati.

Attenzione a questi sintomi insospettabili che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per questa malattia neurodegenerativa

La ricerca fa emergere che alcuni malati di Parkinson presentano un intestino con un microbioma diverso rispetto alle persone sane. I segnali che possono destare sospetto sono la stipsi, la diminuzione dell’olfatto, un improvviso aumento della salivazione. Altro indizio può essere rappresentato dal disturbo del sonno Rem che si manifesta nelle persone che mentre dormono scalciano, si agitano e parlano. Attenzione però perché tali sintomi vengono presi in esame nell’ambito di una valutazione complessiva del paziente da parte di uno specialista. Singolarmente la stipsi così come l’intestino pigro può significare tantissimo altro. A volte può essere  solo frutto di una cattiva alimentazione. Quindi le valutazioni devono essere sempre specialistiche.

Cosa cambia per i pazienti

Attenzione a questi sintomi insospettabili che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per questa malattia degenerativa.

Tutto questo vuol dire che la malattia oggi presenta più sfaccettature che vanno oltre i sintomi per così dire classici del tremore. Difatti i medici nella valutazione chiedono di più: se e come è cambiato l’atteggiamento intestinale, eventuali modifiche della salivazione e dell’olfatto. Nonché un eventuale rallentamento della digestione. Ma cosa cambia se l’origine è nel cervello o nell’intestino? Secondo la ricerca comprendere bene il punto d’origine consente terapie più mirate.

Infatti, le ricerche in corso stanno cercando di capire se agendo sul microbiota si riesce a condizionare l’andamento e il decorso della patologia. Una speranza in più, dunque, per chi soffre di tale patologia. Chi ha sospetti deve quindi fare attenzione a questi sintomi insospettabili che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per questa malattia degenerativa. Importante riferire sempre tutto al medico e iniziare ad eseguire esami di approfondimento per discernere l’origine di ogni irregolarità delle funzionalità del nostro corpo. Soprattutto se persistente.

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