Attenzione a non incassare troppi contanti altrimenti si rischiano controlli del Fisco

agenzia delle entrate,

Insomma, se gli esercenti delle attività incassano la maggior parte dei ricavi per contanti, si possono porre dei problemi. In particolare, l’accertamento fiscale si rischia se il reddito dichiarato non è proporzionato alla situazione economica dell’impresa o addirittura il risultato dell’esercizio è in perdita. L’accertamento, in tal caso, sarà tanto più critico, in quanto si tratterà di quello induttivo.

Per questo si intende un controllo a piede libero da parte del Fisco che può ricostruire l’ammontare dei ricavi imponibili. Ciò, senza più essere vincolato alle risultanze della contabilità. Con una recente ordinanza, la n. 18668/20 del 8 settembre 2020, la Cassazione ha praticamente respinto di sana pianta le difese del contribuente. Essa, infatti, ha confermato integralmente le tesi dell’Agenzia delle Entrate, che aveva rideterminato i ricavi disattendendo totalmente le scritture contabili, applicando un ragionamento presuntivo. Quindi, il monito è: attenzione a non incassare troppi contanti altrimenti si rischiano controlli del Fisco.

Tesi della Cassazione e disfatta del contribuente

Ha pesato, nel convincimento della Suprema Corte poi, una serie di considerazioni sull’antieconomicità e inattendibilità dell’andamento della società accertata. Inoltre, dalla documentazione prodotta dai ricorrenti, si evinceva che metà dei ricavi dichiarati era riconducibile a pagamenti in contanti. Dunque, troppi incassi realizzati in contanti destano sospetto anche quando, come nel caso di specie, erano stati regolarmente fatturati.

Ma anche sotto questo profilo la Corte ha rilevato che le fatture emesse non individuavano le prestazioni rese. Inoltre, risultavano generiche e imprecise nella descrizione dei beni ceduti o dei servizi forniti. Insomma, quando più della metà degli incassi deriva da pagamenti in contanti e non c’è una giustificazione plausibile per ciò, il Fisco ha gioco facile nell’accertamento. E le cose peggiorano se i documenti contabili non riescono a smentire le ricostruzioni dell’amministrazione.

Né facilita che i parametri dell’attività economica esercitata si discostino troppo dalle medie di settore. È quasi impossibile, in questi casi, convincere il Fisco e i giudici tributari che l’attività viene svolta per lunghi periodi in maniera del tutto antieconomica. Quindi, scattano le presunzioni. Da quanto illustrato, in conclusione si può desumere che bisogna fare attenzione a non incassare troppi contanti altrimenti si rischiano controlli del Fisco.

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