Attacco vandalico alle line 5 G nel Regno Unito

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Attacco vandalico alle line 5 G nel Regno Unito. Cosa è successo? 

Alcuni inglesi, non sapendo come fronteggiare il trauma dovuto alla diffusione del Covid 19, hanno iniziato ad attaccare le antenne delle reti 5G. Insomma, una follia da stress, dovuta al falso convincimento che le reti potessero aver favorito la diffusione del virus. Si è  ritenuto che attraverso dette reti, congegnate per i cellulari di ultima generazione, anche i virus viaggiassero alla stessa potenza e velocità’.

Quindi, diremmo, delle linee sulle quali il virus, acquisterebbe una potenzialità lesiva maggiore, proporzionata alla velocità della rete. Un’immagine quasi apocalittica che ha turbato taluni inglesi, inducendoli ad assalti incendiari ai danni di dette antenne. In questo caos, sono state accampate ragioni legate all’effetto nefasto che le reti 5G avrebbero sulla salute dei cittadini, indebolendola. A sostenere dette convinzioni sarebbero stati dei filosofi in taluni casi e studi universitari in talaltri, che pero’ non hanno mai avuto un supporto scientifico attendibile.

Le evidenze contrarie alla lesività  e attacco vandalico alle line 5 G nel Regno Unito

In realtà, le radiazioni elettromagnetiche emesse dalle reti 5G sono di circa 66 volte inferiori al limite massimo sopportabile dall’uomo. Nella loro intensità, dunque, esse non sarebbero idonee a  provocare alterazioni nel dna, rivelandosi dannose per la salute. Inoltre, riguardo alla velocità di diffusione del virus, si è  accertato che nei paesi come l’Iran, dove difettano tali impianti, si e’ registrata la medesima potenzialità diffusiva del virus.

A ciò aggiungasi anche che lo studio preso di mira ed utilizzato a sostegno degli atti vandalici riguardava i batteri e non I virus. Ne consegue che in tempi di coronavirus la stabilità mentale delle persone è  messa a dura prova e che la diffusione di fake news o di informazioni inesatte può  contribuire a rendere l’atmosfera nella quale viviamo ancor più pesante e difficile. Pertanto, si esorta i gestori dell’informazione e i singoli individui a non accendere focolai che potrebbero rivelarsi ulteriormente dannosi per l’economia pubblica e per la collettività.

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