Attacchi iraniani alle basi americane

In questo articolo aggiorniamo la situazione dopo  gli attacchi iraniani alle basi americane .Oggi è previsto il discorso di Trump.

  • Cambia qualcosa nelle proiezioni economiche?
  • Quali Paesi si trovano nel mirino?
  • E lo S&P 500?

Iniziamo con il dire che qualcosa, in effetti, cambia nelle proiezioni, ma di poco.

In particolare quel work in progress di proiezioni, che è il risultato della configurazione della curva dei rendimenti, in sostanza indicauna sorta di rallentamento dell’economia ed una traslazione in avanti di qualche mese del top precedentemente proiettato.

Vediamo perché.

Ecco il grafico della curva dei rendimenti USA

 

L’inclinazione della curva è cambiata, facendo proseguire il tratto discendente sino alla scadenza biennale.

Tradotto in proiezioni economiche, questo implicherebbe che si prevede un rallentamento di qualche mese, e che l’inversione di ciclo economico potrebbe intervenire tra circa un anno (freccia rossa).

Poi proseguirebbe una fase laterale, più che ribassista, sino al 2021, per assistere quindi ad una lenta ripresa tra 2021 e 2022 (tratto giallo).

Del resto, questo tipo di proiezione è anche tipico del ciclo decennale, che vede un possibile top verso la fine del decennio.

Attacchi iraniani alle base americani ed economia Usa

Ed il rallentamento previsto significa anche che dovrebbe rallentare il tasso di crescita economico. In altri termini, una proiezione ancora espansiva, ma rallentata.

L’Iran intanto ha in effetti chiarito un aspetto sinora non del tutto chiaro.

Quale sarebbe lo scenario geopolitico, quali i paesi coinvolti in eventuali eventi bellici?

Come precisato nell’articolo di lunedì, sicuramente avevo inserito Israele, e non a caso bersagli di possibili attacchi iraniani, in caso di controffensiva USA, sono state indicate le città di Haifa e di Tel Aviv.

Un’altra città nel mirino Dubai. Del resto gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei principali alleati degli USA nell’area, unitamente ad Israele.

Si viene quindi a concretizzare l’ipotesi formulata domenica scorsa: possibilità di conflitto, legata a Paesi dell’area, con possibili interventi in stile attacco missilistico.

Ma l’Iran ha dichiarato qualcosa di più, indicando come possibile obiettivo militare anche il territorio USA.

Non è un’implicazione da poco, per chi conosca il trattato della Nato.

Come noto, l’attacco portato contro il territorio di uno dei Paesi contraenti, in Europa o in America settentrionale, va considerato attacco contro tutti.

Gli attacchi iraniani alle basi americane è solo l’inizio?

In altri termini, un conto è un attacco fuori dal territorio dei Paesi Nato, ben altro conto un attacco contro il territorio di uno di essi.

E’ ovvio che gli USA, con gli armamenti di cui dispongono, non ci metterebbero molto a debellare velocemente il nemico.

Basti pensare che lo stesso drone utilizzato nell’attentato al generale Soleimani neppure è stato intercettato, essendo un veicolo di tipo stealth, cioè quasi completamente invisibile ai radar.

Ma, senza dilungarci in eccessivi tecnicismi, occorre dire che il problema per gli USA è quindi il seguente: probabilmente Trump ritiene di non poter restare a guardare, ma c’è chi non la pensa come lui ed in particolare la Camera USA, a maggioranza democratica, sta cercando di votare un provvedimento che limiti i poteri presidenziali.

In successivi articoli analizzeremo la situazione dello S P 500, in particolare evidenziando la situazione di medio termine. Quella di lungo resta al momento inalterata: rialzista di lungo termine.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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