Assicurazioni, queste sconosciute: saperne di più nell’era delle Big Tech

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Assicurazioni, queste sconosciute: saperne di più nell’era delle Big Tech. Le assicurazioni stanno cambiando pelle. L’assicurazione tradizionale non è più “in”, anzi, sta proprio diventando “out”. E si sta imponendo, chiaramente, sempre più un modello basato sul digitale. Lo ha appena certificato un report di Capgemini e EFMA, il World Insurance Report 2020.

Vediamo di approfondire come stiano cambiando le assicurazioni nell’era delle Big Tech.

La cosa più importante da mettere subito in rilievo è che le Big Tech, cioè le società tecnologiche come Google, Facebook, Apple, Amazon, Alibaba, ecc stanno diventando player importanti nel campo assicurativo, e lo saranno sempre di più. Questo, ovviamente, perché il mondo si sta digitalizzando sempre di più. E loro, essendo native (ed esclusivamente) digitali, partono molto avvantaggiate in questo cambiamento epocale. Il report rivela che i clienti di tutte le età stanno adottando una “mentalità da millennial”. Lo fanno facendo sempre più affidamento su ricerche personali attraverso vari canali per reperire informazioni e acquistare prodotti assicurativi. I consumatori si rivolgono a operatori non tradizionali, come le Big Tech, appunto. Ma anche i cosiddetti product manufacturer, il tutto per ottenere offerte innovative e personalizzate, con una migliore customer experience.

E, a causa della pandemia di Covid-19, stanno utilizzando sempre di più i canali digitali.

Secondo il report, le compagnie assicurative tradizionali devono evolversi, se vogliono rimanere al passo. Purtroppo (per loro), pare che così non sia. Mentre l’interesse per i servizi assicurativi proposti dalle Big Tech sta accelerando rapidamente, le compagnie tradizionali restano indietro. Ben il 36%, oggi, prenderebbe in considerazione un’assicurazione se a consigliargliela fosse una Big Tech. 4 anni fa era solo il 17%. Come detto, i player tradizionali segnano il passo. Solo il 35% delle compagnie assicurative fornisce agli agenti strumenti digitali che aiutano a determinare gli eventi che possono manifestarsi nella vita del cliente. E, ancora peggio, solo un quarto di essi afferma che il tracciamento dei dati esterni sia un elemento utile. un’ottusità pericolosa, nell’era delle Big Tech.

Assicurazioni, queste sconosciute: saperne di più nell’era delle Big Tech

Andiamo avanti. Oltre il 50% degli intervistati desidera un’assicurazione basata sull’utilizzo effettivo, anche grazie all’iper-personalizzazione, e con un buon rapporto qualità-prezzo. Oggi solo la metà delle compagnie assicurative offre questo tipo di opzione. I consumatori, oggi, si rivolgono sempre più spesso a siti web comparativi che mettono a confronto le varie compagnie assicurative. Ma lo fanno anche con quelli delle compagnie stesse. Il tutto per raccogliere informazioni sui prodotti a cui sono interessati. Bene, cioè male per le assicurazioni.

Meno del 30% degli assicuratori ritiene che i propri siti siano utili per condividere informazioni sulle polizze. E solo il 37% afferma che mettere a paragone i vari player serva ad educare i clienti. Il pachiderma assicurativo continua ad essere tale, ed a non preoccuparsi della concorrenza. Se piove di quel che tuona, non finirà bene per i player tradizionali. La riprova? Il 75% dei clienti afferma di essere disposto a cambiare compagnia assicurativa qualora un servizio continuo non fosse disponibile su tutti i canali.

O le compagnie assicurative cosiddette tradizionali si evolvono, o verranno travolte dall’onda lunga della digitalizzazione. Man mano che i clienti più anziani, meno digitali e meno istruiti digitalmente, scompaiono, più verranno sostituiti da nativi digitali. Persone più smart, con più conoscenze, meno propense a farsi abbindolare con prodotti non ad hoc. La scomparsa delle assicurazioni tradizionali potrebbe non essere affatto una brutta cosa, per gli assicurati del futuro.

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