Arriva la Guardia di Finanza, consigli per la verifica fiscale

dichiarazione dei redditi

Arriva la Guardia di Finanza, consigli per la verifica fiscale. Alle imprese o ai liberi professionisti può ben capitare si subire un’improvvisa verifica fiscale da parte della Guardia di Finanza o dell’Agenzia delle Entrate. Ricordiamo brevemente quali sono i nostri doveri, ma anche i nostri diritti. Sin dalla redazione del verbale di accesso, infatti, è importante non commettere passi falsi e non rendere dichiarazioni che possano compromettere la difesa successiva.

Arriva la Guardia di Finanza, consigli per la verifica fiscale

Intanto sin dalla fase dell’ispezione avete diritto di farvi assistere da un professionista di vostra fiducia. Suggeriamo che si tratti di un professionista avente i requisiti professionali per assistervi in giudizio dinanzi alla Commissione Tributaria. L’art. 12/2° comma Legge 212/2000 li elenca tutti.

Si tratta di un testo a cui dovrete far costantemente riferimento perché è lo Statuto dei diritti del Contribuente.

Inoltre, a differenza che nelle perquisizioni per futuri procedimenti penali, le verifiche fiscali possono svolgersi solo il normale orario di esercizio dell’attività lavorativa. L’accertamento all’interno dei locali dell’impresa o nello studio del professionista può durare massimo 30 giorni. Il termine è prorogabile solo se il dirigente dell’ufficio motiva la particolare complessità dell’indagine. Per non destare allarmi gli agenti che procedono alla perquisizione devono agire in borghese.

Trovate elencati tutti questi vostri diritti nell’art. 12/5° comma Legge 212/2000.

Qualora gli agenti dovessero prolungare l’attività di perquisizione oltre i 30 giorni, senza mostrarvi il provvedimento del dirigente che lo motiva, chiedete che venga scritto nel verbale.

Le dichiarazioni a verbale

Avete infatti diritto di far riportare nel verbale le vostre dichiarazioni personali. Cercate di non rendere dichiarazioni spontanee in merito ai documenti che gli agenti trovino. Senza riflettere e con la pressione dovuta all’ispezione rischiate di dire cose a voi sfavorevoli. Piuttosto fate rilevare eventuali errori formali degli ispettori. Questo si che potrà essere d’aiuto per le vostre difese future.

La modalità dell’accesso

All’atto dell’accesso presso la sede della ditta o presso lo studio professionale gli agenti dovranno mostrarvi l’ordine di accesso firmato dal Dirigente dell’Agenzia delle Entrate o dal Comandante della Guardia di Finanza. Potete pretendere che ve ne rilascino copia, e potete controllare che i militari o funzionari che si presentano siano proprio quelli indicati dell’ordine di accesso.

L’ordine di accesso deve anche precisare quale tipo di controllo sia previsto. In particolare dovranno dirvi per quali anni e per quale tipologia di imposta il controllo sia previsto (per esempio per l’IVA, per imposte dirette, per voci relative al personale dipendente ed agli oneri contributivi relativi o altro). Questa precisazione è importante perché la verifica può essere eseguita presso i locali dell’azienda solo se l’oggetto su cui verte richiede obbligatoriamente l’accesso. Altrimenti la verifica può essere eseguita in remoto, chiedendo al contribuente di esibire i documenti richiesti dall’autorità, ma senza accesso in sede.

Le modalità dell’accesso

Sottolineiamo ancora una volta l’importanza che ha per voi la verifica del rispetto delle prescrizioni dell’ordine di accesso. Capita molto spesso, infatti, che la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle Entrate estenda l’accertamento e tributi ulteriori, o a periodi di tempo più lunghi rispetto a quelli per cui è autorizzata. Siate quindi pronti, e non timorosi, nel farlo mettere a verbale.

L’autorizzazione della Procura della Repubblica

Alcuni professionisti esercitano la professione in casa, sfruttando la possibilità dell’uso promiscuo dei locali. I questo caso, dato che la perquisizione si svolge in uno spazio privato, l’ordine di accesso deve essere rilasciato da un magistrato, il Procuratore della Repubblica. Anche in questo caso, pronti a far verbalizzare!

L’autorizzazione del magistrato sarà necessaria anche per pretendere l’apertura di armadi o casseforti chiusi a chiavi, o per procedere a perquisizione di borse o sulla persona del contribuente.

Senza questa precisa autorizzazione gli agenti potranno prendere visione solo dei documenti che siano visibili ed accessibili senza aprire serrature.

Ricordate che gli atti d’indagine compiuti senza la necessaria autorizzazione sono nulli. Quale migliore difesa, per voi, di un così macroscopico errore?

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