Arresto e rilascio per Carles Puigdemont, ma il leader catalano deve restare in Sardegna

carlo puigdemont

Arresto e rilascio ‘lampo’ per l’ex presidente catalano Carles Puigdemont ad Alghero. Il leader indipendentista catalano era giunto in Sardegna per partecipare a una serie di incontri nell’ambito di un festival. Sulla sua testa grava un mandato di cattura internazionale. Per decisione del tribunale di Sassari, oggi è tornato libero. Ma per ora deve restare in Sardegna, in attesa di chiarire la questione del mandato di cattura europeo. Ecco qual è la situazione al momento, le ultime notizie sono riferite dalla redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

Era giunto in Sardegna per partecipare a un festival

Puigdemont, 59 anni era giunto per prendere parte, insieme alla presidente del Parlamento catalano Laura Borràs, alla cerimonia inaugurale dell’Aplec International Adifolk. Si tratta del festival della cultura popolare catalana in Italia. È un grande evento del folklore internazionale che unisce Alghero e la Catalogna. Sono oltre 850 i partecipanti che arriveranno in questi tre giorni di festa tra danze, musica, colori e tradizioni. Barcellona invece accoglie centinaia italiani in occasione di importanti congressi medici, come per esempio il prossimo sul diabete.

L’arresto  avvenuto nel rispetto delle leggi riguardanti tutti i cittadini UE

Arresto e rilascio per Carles Puigdemont, ma il leader catalano deve restare in Sardegna. Ieri il fermo a cura della polizia di frontiera e l’immagine del leader che entra nel portone della casa circondariale di Sassari hanno fatto il giro del Mondo. Il Tribunale di Sassari ha deciso oggi se rilasciarlo o acconsentire alla sua estradizione. Il rilascio condizionato alla permanenza in Sardegna ha calmato le proteste in Catalogna. La giustizia spagnola vorrebbe estradarlo per procedere col giudizio pendente a suo carico. Il leader deve rispondere della dichiarazione di indipendenza della Catalogna nel 2017, mai accettata da Madrid e dall’Unione Europea.

Arresto e rilascio per Carles Puigdemont, ma il leader catalano deve restare in Sardegna

L’arresto comunque è avvenuto nel rispetto di un procedimento giudiziario in corso. Con una procedura che “si applica a qualsiasi cittadino dell’Unione Europea che deve rispondere delle proprie azioni in tribunale”. È quanto affermato ieri in una nota la Segreteria di Stato spagnola per le comunicazioni.

La storia della sua fuga

Il 25 marzo 2018, cinque mesi dopo la fuga a Bruxelles, a seguito della sua destituzione e la fine delle quattro settimane di “indipendenza catalana”, Puigdemont era stato arrestato dalla polizia tedesca nello Stato di Schleswig-Holstein, a poca distanza dal confine con la Danimarca. Dopo alcune settimane in carcere a Neumunster, la scarcerazione dietro pagamento di una cauzione di 75mila euro. Ma resta l’ordine di arresto europeo a suo carico, insieme a quello di altri cinque dirigenti catalani fuggiti in Belgio, Svizzera e Scozia.

Condanne pesanti per i suoi compagni in Catalogna

Il 14 ottobre 2020 il Tribunale Supremo ha inflitto pene tra i 9 ai 13 anni di carcere per gli altri leader indipendentisti, per sedizione e malversazione. La condanna più pesante spetta al vice di Puigdemont nei giorni dell’indipendenza, Oriol Junqueras.

Sul suo capo un mandato di cattura internazionale

Subito dopo la sentenza, la magistratura spagnola ha emesso un nuovo mandato di cattura internazionale per l’ex presidente della Generalitat e ha  avviato l’iter della revoca dell’immunità parlamentare. Giunta poi il 9 marzo scorso con 400 voti favorevoli, 248 contrari e 45 astenuti. Altri due deputati catalani, Toni Comin e Clara Ponsati hanno ricevuto lo stesso trattamento.

L’immunità parlamentare è revocata

Con un nuovo intervento il 30 luglio scorso, la revoca dell’immunità è stata confermata. Tuttavia l’UE ha precisato che “non c’è motivo di ritenere che le autorità di Stato membro possano eseguire i mandati d’arresto europei emessi nei confronti dei deputati e consegnarli alle autorità spagnole”.

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