Armi all’Ucraina e Corte penale internazionale, ecco i fondamenti legislativi della decisione dell’Unione e della Corte

Corte Penale Internazionale

L’Ucraina chiede, l’Unione Europea risponde. A darci lumi sulla decisione dell’Unione, Emanuele Cimiotta, Professore di Diritto Internazionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università «La Sapienza» di Roma. «C’è una richiesta di assistenza diretta all’Unione da parte dell’Ucraina. Il Consiglio dell’Unione Europea, agendo nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune e in base al Trattato istitutivo dell’Unione, ha adottato una decisione che disciplina, tra le altre cose, gli obiettivi, la portata, la durata e le condizioni di attuazione dell’intervento operativo».

Gazzetta Ufficiale dell’UE

I dettagli li estrapoliamo dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’UE della decisione (PESC) 2022/338 del Consiglio del 28 febbraio 2022. Tale «decisione è relativa a una misura di assistenza […] per la fornitura alle forze armate ucraine di materiali e piattaforme militari concepite per l’uso letale della forza». Il limite massimo di spesa è pari a 450 milioni di euro.

Strumento europeo per la Pace

Tale somma «non deriva dal bilancio ordinario dell’Unione – ci dice il Prof – infatti nel 2021 il Consiglio dell’Unione ha istituito uno strumento apposito, lo strumento europeo per la pace (EPF), destinato a consolidare la capacità dell’Unione di prevenire i conflitti e mantenere la pace, consentendo il finanziamento di interventi operativi nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune che abbiano implicazioni militari», strumento che «è finanziato con contributi degli Stati membri dell’Unione da calcolarsi secondo il loro rispettivo reddito nazionale lordo».

Condizioni

Ci sono però delle condizioni precise rispetto alla finalità di utilizzo delle forniture militari. «La misura è destinata a rafforzare la capacità delle forze armate ucraine di difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina e la popolazione civile. Perché questo avvenga il diritto internazionale stabilisce dei limiti. Ad esempio, le armi non potranno essere usate per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani, né per perseguire scopi diversi dalla difesa della popolazione civile e della sovranità ucraina dall’aggressione russa. Per intenderci, ad esempio, l’Ucraina non potrà usare queste armi per perseguire sue eventuali rivendicazioni territoriali». L’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri conclude con il beneficiario gli accordi necessari per garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario.

Il nodo della Corte penale internazionale

Tra le numerose voci in campo, Zelensky avrebbe fatto cenno alla Corte penale internazionale e alla possibilità per Putin di finire così il suo mandato politico. Per inciso alla Corte penale internazionale compete il giudizio sui crimini più gravi: il genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra. Ha sede a L’Aja in Olanda ed è nata nel 2002 grazie a un accordo multilaterale. Non è un organo dell’ONU. Tuttavia è necessario precisare che il Consiglio di sicurezza dell’ONU può segnalare alla Corte situazioni in cui si siano consumati crimini di sua competenza.

Armi all’Ucraina e Corte penale internazionale, ecco i fondamenti normativi della decisione dell’Unione e della Corte

«Il 28 febbraio scorso il Procuratore della Corte ha pubblicamente riconosciuto che vi sono motivi sufficienti per aprire un’indagine sui possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in Ucraina in occasione e in seguito alle c.d. proteste di Maidan del 2014» – ci spiega il Prof – «affermando di voler includere nell’indagine anche i crimini di competenza della Corte eventualmente perpetrati da ciascuna delle parti belligeranti durante il conflitto armato attualmente in corso in Ucraina». La Corte è competente «perché nel 2014 l’Ucraina, pur non partecipando dall’accordo istitutivo, ha dichiarato di accettare la giurisdizione della Corte penale internazionale sui crimini di guerra e contro l’umanità da chiunque commessi in territorio ucraino». Tuttavia «per poter aprire le indagini occorre l’autorizzazione della Camera preliminare della Corte o la richiesta di uno Stato parte dello Statuto di Roma».

Putin a L’Aja?

«Se tra questi indagati potrebbe esserci anche Putin? Sì, non è da escludere. D’altra parte, è già successo in passato. Infatti altri Capi di Stato in carica sono stati oggetto di mandati di arresto spiccati dalla Corte penale internazionale. I casi più noti riguardano Omar Al-Bashir, Presidente del Sudan, e Laurent Gbagbo, Presidente della Costa d’Avorio». Naturalmente, in tal caso «si porrebbe il problema dell’arresto di Putin e sua consegna alla Corte, la quale, in assenza dell’imputato, non può celebrare il procedimento penale».

Armi all’Ucraina e Corte penale internazionale, ecco quali sono i fondamenti normativi della decisione dell’Unione e della Corte avvalorati dalle spiegazioni dell’esperto di diritto internazionale. La guerra in campo pare protrarsi oltre le più pessimistiche previsioni. Bisognerà vedere gli effetti dal supporto armato dell’Unione e intanto l’avanzare dei lavori della Corte.

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