Approvato un nuovo rinvio delle tasse: quello che devi sapere

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In questo articolo tratteremo la proroga di alcune scadenze fiscali a cui il Governo sta lavorando. A seguito della crisi economica post pandemia infatti, molte parti politiche hanno richiesto agevolazioni per i contribuenti. Il Decreto Rilancio prevede infatti il rinvio al 30 settembre di alcune scadenze previste per l’estate. Lo staff di Proiezionidiborsa ha già analizzato un’importante agevolazione fiscale concessa ai lavoratori dipendenti: il bonus IRPEF .  Vediamo adesso le ultime iniziative previste col Decreto Rilancio.  E le reazioni dopo che il Parlamento ha approvato un nuovo rinvio delle tasse.

Le tasse rinviate

Un emendamento al Decreto, approvato in prima lettura, prevede la cancellazione di alcune imposte fino al 30 settembre. Si tratta delle sanzioni e degli interessi previsti per i pagamenti di saldi 2019 e acconti 2020 IRPEF e IRES giunti in ritardo. E’ un’ulteriore proroga dei versamenti già rinviati con il DPCM del 27 giugno. In prima battuta erano slittati dal 30 giugno al 20 luglio ed ora verranno prorogati al 30 settembre. La nostra redazione ha, però, già registrato alcuni malumori da parte di associazioni di imprese e professionisti. Il rinvio di soli 70 giorni, non appare sufficiente per dare respiro alle casse sofferenti delle imprese. Il Governo sta valutando se l’ulteriore slittamento del calendario fiscale possa costituire un problema per le casse dello Stato. In particolare, in un periodo storico con più pensionati che contribuenti e un gettito fiscale in forte diminuzione.

Il problema delle coperture

Il Governo, approvato un nuovo rinvio delle tasse, deve ora trovare le coperture. Oppure deve annunciare di essere in grado di gestire l’attuale situazione anche posticipando alcune entrate. Al momento, in mancanza di indicazioni attuative, le scadenze stabilite dal DPCM del 27 giugno restano valide. E le imprese sono costrette a fare i conti con l’incertezza. Alcune associazioni imprenditoriali riferiscono alla nostra redazione di essere pronte e saldare in ritardo, pagando la maggiorazione prevista dello 0,4%. Il rischio, a meno di ulteriori manovre, è una concentrazione di scadenze in un periodo di tempo limitato. Con conseguenze ancora più drammatiche per il PIL e l’occupazione nel nostro Paese.

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