Appena 3 ore settimanali di questa salutare abitudine migliorano glicemia e ritmo cardiaco in caso di fibrillazione atriale

esercizio

I benefici della regolare pratica sportiva sono noti da tempo e si misurano sotto molti punti di vista. Migliora l’apparato respiratorio, il rendimento del cuore e in generale diminuiscono i rischi legati a varie patologie.

Per beneficiare di questi vantaggi, spesso basta svolgere dell’attività fisica, come evidenziato anche dall’ultimo studio dei ricercatori dell’Università di Adelaide. In particolare, appena 3 ore settimanali di questa salutare abitudine migliorano glicemia e ritmo cardiaco in caso di fibrillazione atriale. Illustriamo brevemente i risultati dello studio, presentato all’ultima edizione del congresso ESC (Società Europea di Cardiologia).

Alla base dello studio

Il team di ricerca dell’Ateneo australiano ha voluto studiare i possibili effetti positivi dell’attività fisica, in caso di fibrillazione atriale (FA).

Ricordiamo che la FA è un’aritmia, ossia un disturbo del cuore che lo fa battere più veloce e accelerato rispetto alla norma. La FA è l’aritmia più diffusa nella popolazione generale e di norma la sua presenza cresce all’aumentare dell’età.

Va aggiunto che non si tratta di un’aritmia pericolosa per la vita che espone anche a complicanze. Gli effetti principali di questo cuore “ballerino” si misurano in termini di palpitazioni, senso di affaticamento, mancanza di respiro.

I principali risultati conseguiti dal team di ricerca australiano

Dunque, i ricercatori hanno studiato quale aiuto ottengono i pazienti affetti da tale aritmia, a seguito dello svolgimento di regolare attività fisica.

Il team di ricerca ha affidato in modo casuale 120 pazienti con malattia sintomatica a un programma di esercizio o a cure abituali per 6 mesi. Il programma prevedeva esercizio supervisionato (settimanale nei primi 3 mesi e quindicinale dei restanti 3), più un piano settimanale personalizzato (da svolgere a casa).

L’intento dei ricercatori è stato quello di portare, nell’arco dei 6 mesi, a 3,5 ore la settimana il tempo dedicato all’esercizio aerobico.

Ai pazienti che hanno svolto la funzione di controllo sono stati invece assegnati solo dei consigli, senza alcun affiancamento attivo, sulla loro attività fisica.

I ricercatori hanno notato che i pazienti che avevano svolto il programma (attivo) di esercizi registravano un’importante riduzione dei sintomi a 12 mesi. Mentre questi risultati non si riscontravano nel c.d. gruppo di controllo.

Si sono registrati miglioramenti, in termini di minore senso di affaticamento e mancanza di respiro, battiti del cuore meno gravi e più regolari.

Appena 3 ore settimanali di questa salutare abitudine migliorano glicemia e ritmo cardiaco in caso di fibrillazione atriale

Come si evince, per gli esperti lo svolgimento di una regolare, moderata ed equilibrata attività fisica porta spesso benefici. Ad esempio l’abitudine di alzarsi dalla sedia ogni mezz’ora e mettersi in movimento per 3 minuti migliora la glicemia e le fluttuazioni di zucchero nel sangue.

Il punto di partenza passa dall’essere consapevoli che il corpo umano è una macchina perfetta che necessita tuttavia di cura e attenzione. Il segreto sta invece nel comprendere quali attività fisiche ci piacciono maggiormente (e consigliate anche dal nostro medico) ed esercitarle con regolarità. Naturalmente dopo aver consultato il proprio cardiologo e aver stabilito con lui la strategia migliore da adottare.

Alcuni esempi? Bicicletta, ginnastica dolce (ma anche il ballo), lunghe passeggiate a piedi, esercizi in acqua, pilates e yoga. Se svolti in compagnia, e come detto, sempre sotto controllo medico, diventano anche più leggeri e un ottimo motivo per socializzare e sentirsi socialmente ancora vivi.

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