App Immuni: i dubbi del Copasir

crisi di Governo

L’app Immuni è stata oggetto di numerose critiche che l’hanno accompagnata fin dal suo concepimento, quando ancora essa non esisteva come tale. Cioè, fin dal principio, sia a livello nazionale che europeo, ha destato preoccupazioni e polemiche l’idea di introdurre una app per la localizzazione dei potenziali infetti. Ora, dopo più di un mese, l’app prescelta dal Ministro per l’Innovazione, è stata rivoltata come un calzino. Ciò fino al punto di far pensare che rispetto ad essa non vi siano più segreti. A tal proposito, è stato pubblicato su GitHub il repository , la documentazione dettagliata e l’architettura dell’applicazione. A provvedere alla presentazione, è stato il Ceo e co-founder della società che ha sviluppato l’applicazione scelta dal governo, la Bending Spoons.

Immuni, si presenta come una soluzione tecnologica incentrata su un’app per smartphone iOS e Android. Essa avrebbe l’ambizione di aiutare il Governo a combattere la pandemia di COVID-19. In che modo? Informando tempestivamente gli utenti a rischio del rischio di essere portatori del virus, anche quando sono asintomatici. Detti utenti dovranno, quindi, isolarsi per evitare di infettare gli altri e consultare un medico. In definitiva, le informazioni sull’app sono disponibili in tre capitoli: – descrizione del prodotto – descrizione della tecnologia – descrizione della sicurezza.

I dubbi del Copasir sulla app Immuni

E’ stata votata in Parlamento, con l’astensione del M5S, la relazione del Comitato parlamentare sui servizi di sicurezza (Copasir) sulla app Immuni. Il documento è in attesa di essere sottoposto ad alcune questioni tecniche prima di essere inviato alle due Camere. I problemi si incentrano, prevalentemente su una serie di dubbi, avanzati dal Cosapir. Anzitutto, i dati devono essere gestiti in Italia, poi, occorre fare attenzione ai rischi sulla sicurezza nazionale e al pericolo hacker.  Sarebbero queste alcune delle raccomandazioni del Copasir riguardo all’app scelta dal Governo per la gestione del contact tracing. Il contenuto della relazione del Copasir sembra si incentri su questioni inerenti ai risvolti che l’introduzione della app potrebbe comportare sotto l’aspetto della sicurezza dello Stato e dei cittadini. Quindi, i maggiori dubbi avanzati dall’ente, in virtù del suo ruolo istituzionale, si impuntano sui rischi di vulnerabilità dei dati acquisiti.

Anche il Parlamento europeo si interessa al contact tracing

In Italia, la app Immuni potrebbe essere disponibile a partire da giugno. La questione del contact tracing ha però interessato anche il Parlamento Europeo. Infatti, l’argomento arriverà in aula anche a Bruxelles. Ivi gli eurodeputati discuteranno della app in fase di sviluppo e già in uso in alcuni Stati membri. Inoltre, si tratterà dei rischi potenziali per la privacy e la gestione dei dati. In una risoluzione adottata il 17 aprile in plenaria, il Parlamento aveva già sottolineato che le autorità nazionali e comunitarie devono rispettare pienamente la legislazione sulla protezione dei dati e sulla privacy.

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