Andare in pensione con Quota 100 nel 2021 ma forse anche nel 2022

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Abbiamo già dedicato spazio, in queste pagine, alle possibili uscite dal mercato del lavoro nel 2021.    Apriamo adesso una parentesi più dettagliata sulla cosiddetta Quota 100. Come si fa ad andare in pensione con Quota 100 nel 2021 ma forse anche nel 2022? Il dibattito tra Governo e Sindacati è stato accesso sino  a pochissimi giorni fa. Solo da poco, si sa con certezza che il trattamento Quota 100 è stato conservato almeno per tutto il 2021.

Il meccanismo di base è noto. Si consente di andare in pensione a quei lavoratori in possesso di questi due requisiti. Età anagrafica minima di anni 62 e contributi versati per anni 38. La somma è, appunto, pari a 100 e da il nome al provvedimento. Accedere a questa misura non comporta penalizzazione sull’importo dell’assegno pensionistico definitivo. Le uniche variazioni potranno eventualmente derivare dai minori o maggiori contributi versati. Quota 100 è nata per essere un meccanismo di uscita dal mondo del lavoro flessibile.

Andare in pensione con Quota 100 nel 2021 ma forse anche nel 2022

Il fatto che la somma dei due requisiti, anagrafico e contributivo, debba fare 100, consente appunto diverse combinazioni caso per caso. Molti sono attratti dall’idea di approfittare di questa possibilità. Il timore dei lavoratori, infatti, è che in assenza di una riforma organica delle pensioni scatti poi per tutti il limite stabilito per le pensioni di vecchiaia. Significherebbe dover rimanere a lavoro fino al compimento dei 67 anni di età. Cinque anni in più che possono essere lunghi e pesanti.  Gli interessati sono numerosi perché questo istituto riguarda i lavoratori dipendenti del settore sia pubblico che privato.

Gli interessati potrebbero essere più di 300 mila lavoratori.

Il provvedimento è stato confermato per tutto il 2021. Ma i lavoratori si stanno già chiedendo cosa accada a chi maturi i requisiti dopo il 31.12.2021. Un lavoratore che maturasse i requisiti a partire dal 01.01.2022 si sentirebbe trattato in modo ingiustamente diverso rispetto a chi abbia maturato gli stessi requisiti un solo giorno prima di lui. Ad oggi non c’è niente che lasci pensare che il trattamento possa essere esteso anche per il 2022.

I vantaggi di Quota 100

Questo potrebbe rappresentare un ulteriore incentivo per coloro che matureranno i requisiti nel 2021. Soprattutto perché Quota 100 consente un altro indubbio vantaggio. Consente di cristallizzare il diritto alla pensione. Pertanto il lavoratore che opti per questo regime avrà diritto di continuare a lavorare, per esempio per migliorare la propria situazione contributiva. In pratica il dipendente si assicura la possibilità di uscire dal lavoro avendo raggiunto i requisiti minimi. Può però ancora agire per migliorare l’importo definitivo dell’assegno incrementando i contributi. Questo infatti è l’unico caso, per ora, in cui si possa dire che, materialmente, di Quota 100 si potrà usufruire nel 2022.

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