Andare a vivere e lavorare in un paradiso fiscale. Ad un passo dall’Italia

paradisi fiscali

Chi non ha mai sognato di lasciare l’Italia e andare a vivere e lavorare in un paradiso fiscale? Specialmente in questi giorni di forzata quarantena, con prospettive economiche incerte, con le voci che si susseguono di tasse, patrimoniali, prelievi forzosi, contributi di solidarietà.  Può essere considerato un sogno impossibile, invece è più facile di quello che si pensi. Ecco perché

Andare a vivere e lavorare in un paradiso fiscale. Ad un passo dall’Italia

Si dice paradiso fiscale e si pensa alle Mauritius, alle Bahamas, alle isole Cayman. Effettivamente lo sono. Ma non tutti sanno che ci sono molti paradisi fiscali ad un passo dall’Italia, nella stessa Europa, dove potersi trasferire facilmente. Ma prima di vedere quali sono, cerchiamo di capire perché può essere vantaggioso andare a vivere e lavorare in un paradiso fiscale.

Prima di tutto, è perfettamente legale trasferirsi in un paradiso fiscale se si seguono le vie legali. Uno Stato è considerato paradiso fiscale perché gode di un livello di tassazione molto contenuto per società e privati che vi risiedono. In particolare ci sono Stati con tasse molto basse, a volte zero, sul reddito personale, guadagni da rendite, ecc. per i privati cittadini che vi risiedono. Tutto perfettamente legale e alla luce del sole.

Ecco quali sono i paradisi fiscali vicini all’Italia

E molto più semplice di quello che si pensi andare a vivere e lavorare in un paradiso fiscale. Ad un passo dall’Italia ce ne sono molti. Ecco quali sono e quali vantaggi offrono.

Irlanda. Dopo le due crisi finanziarie del 2008 e del 2012, l’Irlanda sull’orlo del default varò una gigantesca riforma fiscale per attrare aziende e investimenti da tutto il mondo. Operazione riuscita perfettamente, tanto che in Irlanda ha sede la Apple che così evita di pagare miliardi di tasse agli Stati Uniti. Le agevolazioni sono anche sui redditi dei singoli cittadini. L’Irlanda fa parte dell’area Euro.

Svizzera. Basta andare a fare due passi a Lugano, 50 km da Milano, per capire quanti Italiani hanno scelto di vivere e lavorare qui. Sono migliaia i frontalieri che dall’Italia ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera. I punti forti sono le tasse basse, alta qualità della vita e segreto bancario sugli intestatari dei conti correnti.

E poi ancora

Lussemburgo. Amazon ha la sua sede europea in Lussemburgo. Questo la dice lunga sui vantaggi fiscali che offre questo paese soprattutto a società, ma anche a privati cittadini. Il Lussemburgo è tra Belgio, Francia e Germania e fa parte dell’area Euro.

Principato di Monaco (Montecarlo). Chi risiede qui non paga tasse sul reddito. È una legge in vigore dal 1869. Non è facile ottenere la residenza, occorre dimostrare che ci si vive almeno 6 mesi l’anno. Un italiano che vive a Montecarlo, per non pagare le tasse all’Italia deve dimostrare al fisco di avervi la residenza.

Olanda. E’ stata la più intransigente avversaria dell’Italia nell’Eurogruppo nell’opporsi agli Eurobond. Inoltre  nell’area euro è considerata forse l’alfiere più deciso nel difendere il rigore nei conti. E’ un paradiso fiscale per le grosse multinazionali. Infatti, una serie di accordi internazionali bilaterali con altri Paesi, evita la doppia tassazione alle aziende che hanno residenza fiscale nei Paesi Bassi. Anche se producono fuori dall’Olanda.

Quindi una società italiana che produce in Italia ma ha sede fiscale in Olanda, paga le tasse in Italia, ma gli utili sono tassati in Olanda. Ovviamente con aliquote bassissime. Ecco perché la sede legale di Fiat-Chrysler è in questo Paese.

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