Ancora incertezze e regole difficili da osservare pesano su diversi settori: ristorazione, funzioni religiose e matrimoni

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La pandemia, si sa, non ha risparmiato settori economici ed attività, che prevedono il contatto con il pubblico e la presenza di più persone nello stesso luogo.

Ma le regole e le precisazioni dettate dal Governo hanno comportato una ulteriore serie di problemi, che certo non aiutano a districare una situazione, già di per sé articolata e complessa.

Uno dei settori maggiormente colpiti è quello della ristorazione e, con esso, quello che riguarda matrimoni e funzioni religiose.

Pertanto, nonostante la voglia di aprire e di ripartire, rimangono sul tavolo non pochi problemi.

Come rispettare regole e protocolli? È sempre possibile farlo, oppure rischia di andare tutto all’aria?

E come comportarsi per organizzare, senza rischiare di perdere soldi?

Ancora incertezze e regole difficili da osservare pesano su diversi settori: ristorazione, funzioni religiose e matrimoni

Alcuni novelli nubendi, nella speranza che tutto si sarebbe risolto entro qualche tempo, avevano organizzato il matrimonio già tempo fa, anche con parecchi mesi di anticipo.

Ma ora?

Veniamo a considerare un primo, sostanziale problema.

Il ristorante

Qualche libertà in più sarà consentita dal primo giugno, rispetto all’attuale servizio solo all’aperto, ma soltanto in zona gialla. Da questa data i ristoranti in zona gialla, sempre che nel frattempo qualcosa non cambi, potranno restare aperti anche al chiuso dalle 5 alle 18. Si potrà stare soltanto seduti al tavolo, massimo quattro persone, a meno che non si tratti di conviventi.

Ma anche considerando le maggiori libertà, consentite dal protocollo che andrà in vigore tra poco più di un mese, si pongono comunque diversi problemi.

Alcuni matrimoni sono previsti con un numero significativo di invitati. Ad esempio in quei casi in cui rapporti di amicizia o di parentela comportino di non dimenticare taluno tra gli invitati, per non far torto a nessuno.

Il problema della capienza

E se il ristorante, osservando i protocolli di cui sopra, non avesse la capienza sufficiente e peraltro già fosse stato prenotato, ad esempio quando misure meno restrittive lo consentivano senza problemi?

Ma anche nel caso di capienza sufficiente, non si può mai escludere a priori un passaggio ad un diverso colore dell’area, in cui si trova la location prescelta, con regole quindi poi destinate a divenire più restrittive e con la ovvia conseguenza che, anche improvvisamente, potrebbe non essere possibile quel che invece ora parrebbe certo.

Non dimentichiamoci, infatti, di tutte quelle aree passate da un colore all’altro nel giro di un week end.

Anche la possibilità di un servizio all’aperto non riconduce a molte certezze.

Anche potendo, eventualmente, contare su maggiori spazi all’aperto, il meteo, come indicato anche da quanto successo in questi ultimi giorni, è una variabile di cui tener conto.

E se scoppia un temporale? Gli invitati cosa dovranno fare? Ritornarsene a casa e dire addio ad ogni festeggiamento?

Cosa sta succedendo in molti casi

Non è un caso che non solo diversi nubendi, ma anche molti ristoratori abbiano disdetto prenotazioni fatte anche con molto anticipo.

Ed anche eventuali soluzioni, ipotizzate dalla regioni, paiono lasciare il tempo che trovano.

Tra queste, leggiamo di un possibile protocollo, che consentirebbe il servizio anche all’interno, ed anche in zona rossa o arancione, purché gli avventori si sottopongano ad un test veloce prima di entrare nel locale.

Certo non pare applicabile a matrimoni e ad altre analoghe ricorrenze.

Ce lo immagiamo un servizio di test per gli invitati al pranzo nuziale?

E se fosse anche solo uno dei due sposi a risultare positivo?

Le funzioni religiose

Anche le funzioni religiose sono strettamente condizionate dai protocolli.

Non è possibile consentire una funzione con un eccessivo numero di persone e, quindi, cosa fare?

Non invitare un certo numero di persone, che peraltro potrebbero anche offendersi, perché si è preferito non invitarle, piuttosto che rinviare il tutto?

Un consiglio per chi proprio volesse organizzare

Non è un caso che tutte queste situazioni abbiano comportato anche qualche querelle tra famiglie dei nubendi ed organizzatori, in particolare in merito ad eventuali caparre già corrisposte.

Va premesso, al riguardo, che quello che intercorre con i ristoranti o altri servizi è comunque un contratto.

In queste situazioni, in cui il ristoratore non possa far fronte ad imprevisti collegati alla situazione pandemica, si potrebbe parlare di impossibilità sopravvenuta. Ed una eventuale caparra andrebbe restituita, dal momento che il contratto si risolve, infatti, proprio per impossibilità sopravvenuta, come previsto dal codice civile. Ma, come noto, il medesimo ristoratore potrebbe dichiarare che una parte delle spese già era stata effettuata. Attività da intendere come parziale adempimento del contratto, in quanto propedeutica all’evento, quando l’evento era ancora previsto come possibile.

È ovvia la contrapposizione, in casi come questo, tra ristoratore e novelli sposi

Per evitare problemi interpretativi, meglio quindi stendere qualche riga di scritto, in cui si afferma che viene consegnata una somma a titolo di caparra al ristoratore, e che costui, se per eventi imprevisti, collegati alla pandemia, non potrà fornire il servizio nel giorno previsto, debba restituirla, senza decurtazioni.

In tal modo, altro non si farebbe, del resto, che ricorrere al concetto di normale alea d’impresa. Del resto, ogni ristoratore acquista materie prime, anche in assenza di prenotazioni, per un determinato giorno di apertura del proprio locale. Se poi, per qualche imprevisto, non può tenere aperto o comunque fornire il servizio di ristorazione, ovviamente le spese relative agli acquisti, e le altre necessarie per lo svolgimento dell’attività, restano a suo carico.

Conclusioni

Protocolli e regole in continuo cambiamento non agevolano quella programmazione. Programmazione che risulta indispensabile per poter gestire con un minimo di sicurezza eventi come matrimoni, o altre analoghe celebrazioni, quali battesimi, cresime e comunioni.

Non a caso, a proposito di “Ancora incertezze e regole difficili da osservare pesano su diversi settori: ristorazione, funzioni religiose e matrimoni.”, si osserva ancora molta incertezza, cui conseguono disdette e talora anche controversie tra organizzatori e famiglie dei nubendi.

Proprio al fine di evitarle, risulta quindi preferibile scrivere qualche riga di contratto, con particolare riferimento al pagamento di eventuali caparre ed ai relativi obblighi di restituzione, e non limitarsi ad una generica ricevuta di pagamento caparra.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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