Analogie e curiosità fra la Fisica e l’analisi tecnica

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A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Già in passato, in alcuni articoli avevo evidenziato certe analogie tra l’analisi tecnica, e finanziaria più in generale, e talune discipline.

Oggi ritorno su tale argomento, offrendo una curiosa ipotesi di certe affinità tra la fisica e lo studio dei mercati finanziari.

La fisica classica concepiva tempo e spazio come entità distinte e separate.

Con Einstein spazio e tempo formano, invece, coordinate di un’unica realtà, lo spazio tempo,

Del tutto analogamente, solitamente le analisi grafiche di uno strumento finanziario vengono realizzate su un piano cartesiano a due dimensioni, il tempo, posto sull’asse delle x, e il prezzo, su quello delle y.

E del tutto analogamente alle coordinate dello spazio tempo, x e y altro non sono che coordinate per indicare un’unica realtà.

Del resto, pensiamo a quando visualizziamo un grafico.

In quella precisa barra spazio e tempo sono tutt’uno, un analista non penserebbe mai di dire che quella barra ha un suo prezzo, e poi bisogna vedere dove si trova in termini temporali, proprio perché quella barra dice tutto al tempo stesso, prezzo (cioè spazio) e tempo.

Ma pensiamo ad un’altra fondamentale analogia: Einstein parlava anche di curvatura dello spazio tempo.

Ebbene, del tutto analogamente, molte volte certe dinamiche degli asset finanziari vengono meglio interpretate da linee curve, come le evolventi paraboliche, che non da rette.

Una concezione che sta da sempre, poi, alla base della fisica è che questa disciplina spiega come si comporta la realtà, le sue leggi, non il perché quelle leggi sono proprio quelle e non altre.

Del tutto analogamente, l’analisi tecnica ci spiega come si comportano i prezzi rispetto a determinati elementi, come i supporti e le resistenze, ma ad esempio non spiega perché una trend line dinamica influenzi i prezzi.

L’evoluzione della fisica ha peraltro portato questa disciplina verso territori nuovi e prima inesplorati, e ad esempio si è scoperto che non tutte le leggi della fisica sono universali.

Alcune funzionano nella realtà macroscopica, come la relatività, mentre altre nel microcosmo, come la meccanica quantistica.

Del tutto analogamente, non sempre lo stesso paradigma, lo stesso indicatore funzionano bene su tutti i time frames e su tutti gli asset.

Ci sono time frames ed asset che meglio paiono rispondere a determinate dinamiche, ed altri asset ed altri time frames che meglio sono interpretabili con strumenti alternativi.

Ma la grande scoperta della meccanica quantistica riconduce soprattutto al fatto che in relazione all’ambito di cui si occupa, neppure è vero che si possano applicare sempre le medesime leggi.

Talora una particella si comporta come materia, ad esempio, talora come energia, come ha insegnato l’ormai celebre esperimento della doppia fenditura.

Per questo motivo certe equazioni, come quella di Schrodinger, non ci restituiscono più un risultato definito, ma solo una probabilità statistica che, ad esempio, un quanto si possa comportare come materia o energia, insomma abbiamo solo una nuvola probabilistica.

Parimenti, nell’analisi finanziaria abbiamo solo indicazioni probabilistiche, di quel che potrebbe capitare, non certo sicurezze assolute.

Una particolare evoluzione della fisica contemporanea sta però cercando di unificare sotto una legge comune fenomeni che paiono rispondere a leggi diverse, come appunto la relatività e la meccanica quantistica.

Il famoso campo unificato di forze, che si spera possa essere applicabile sia ai fenomeni relativistici, sia a quelli quantistici.

Parimenti, i nuovi orizzonti dell’analisi finanziaria non cercano più una pluralità di tecniche e di indicatori, ma di definire quello che opera meglio, tramite forme di intelligenza artificiale e la costruzione dei cosiddetti algoritmi genetici.

Vorrei terminare questo articolo, dal momento che ho richiamato la meccanica quantistica, su altre due analogie, proprio riconducibili a concetti ideati da questa disciplina.

Nel paradosso del gatto contemporaneamente morto e vivo al tempo stesso di Schrodinger (a mio avviso un falso paradosso, ma questa è un’altra storia),

un animale potrebbe essere contemporaneamente morto e vivo fin tanto che l’osservatore non ne determina le sorti, interagendo con quanto osservato.

Del tutto analogamente, chi analizza i mercati finanziari spesso vi opera anche, interagendo con i medesimi e facendo realizzare quelle che prima erano solo aspettative.

Infine, proprio quella particella, definita quanto, può trasformarsi in qualcos’altro, in base ad una sovrapposizione di possibili stati in cui può presentarsi tramite il fenomeno dell’entenglement quantistico e del collasso della funzione d’onda.

Parimenti una dinamica di un asset ne contiene, in nuce, potenzialmente, anche diverse, che si manifestano, passando ad esempio da rialzista a laterale e ribassista, facendo collassare il precedente stato in cui si trovava quell’asset, ed è sempre l’osservatore che spesso opera questo mutamento.

Un mutamento che, in assenza di un osservatore/operatore, neppure avrebbe ragion d’essere, motivo per cui Heisenberg parlava di principio di indeterminazione, ed ancora una volta, del tutto analogamente, non esiste un osservatore che possa determinare la dinamica di un mercato a priori, in quanto anche tale mercato assume determinate caratteristiche in base alle analisi degli operatori.

 

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