Le partite Iva, dimenticate dal Governo, a Padova annunciano lo sciopero fiscale. A darne notizia l’agenzia di stampa italiana AgenParl. Quindi dopo il minacciato lo sciopero fiscale di oltre 50 mila imprese “capitanate” dalla Confcommercio Toscana, ora la protesta sale al Nord. Da Nord a Sud sono infatti sempre più gli autonomi e i liberi professionisti che stanno vivendo un vero e proprio incubo ormai da mesi. È sempre AgenParl a dare notizia, riportando le parole del segretario della Lega, che negli ultimi mesi hanno chiuso l’attività ben 219mila autonomi. Vediamo ora quindi, più da vicino, cosa significa che è alle porte il nuovo sciopero fiscale delle partite Iva al Nord.
La portata dello sciopero
“Per i commercianti del centro di Padova si rende sempre più evidente ed inevitabile lo sciopero fiscale che interesserà oltre il 50% degli operatori”. Queste le parole del deputato Massimo Bitonci, componente della Commissione finanze della Camera e già sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tra le scelte tanto obbligate quanto terribili, è sempre Bitonci a dire, si annoverano le seguenti. “Pagare le imposte o i canoni di locazione degli immobili, pagare le tasse o i dipendenti, pagare gli F24 o i fornitori”.
Atto di accusa al Governo
Con un’Ansa del 18 novembre era sempre Bitonci a dare notizia che nei decreti Ristori 1 e bis centinaia di codici Ateco risultano esclusi dai benefici legati agli indennizzi. Contributi peraltro fondamentali specie a seguito delle chiusure imposte agli esercizi nei week-end e nelle zone rosse. “Il Governo – è sempre il deputato ad evidenziare – non ha nemmeno previsto alcuna forma di contributo per le tante partite Iva, lavoratori autonomi e commercianti che potrebbero sospendere le attività nel rispetto della quarantena o isolamento fiduciario”. A fronte di questo quadro vessatorio, da più parti si leva il sostegno alla categoria dei commercianti alle porte il nuovo sciopero fiscale delle partite Iva al Nord.
