Alla fine, Trump su cosa punta?

Trump

La questione dei presunti brogli elettorali e delle diverse irregolarità, nonostante la vittoria assegnata a Biden, pare ancora in piedi.

Ma, alla fine, Trump su cosa punta?

Non certo su una vittoria basata sui grandi elettori.

I numeri non paiono consentirgli una vittoria di questo tipo, neppure se vincesse il ricorso in tutti gli stati in cui li ha proposti.

Per comprendere pienamente la sua strategia dobbiamo considerare tutti i risvolti del sistema costituzionale USA.

Quando l’assegnazione della vittoria, cioè del maggior numero di grandi elettori, è incerta, ad esempio a seguito di ricorsi legali, perché le questioni del riconteggio ancora non sono state definite entro una certa data, allora non spetta più a queste figure istituzionali la nomina del Presidente. Spetta invece alla Camera dei rappresentanti, dove si vota per delegazioni partitiche, e dove la maggioranza è ancora in mano repubblicana.

Ecco spiegata la strategia di Trump

Non puntare ad acquisire un maggior numero di grandi elettori, obiettivo ormai impensabile, ma reiterare l’esperienza delle elezioni parlamentari, come si verificò nel corso del diciannovesimo secolo.

In particolare nel 1800 e nel 1824, quando furono rispettivamente eletti non da grandi elettori, ma dalla Camera, Thomas Jefferson e John Quincy Adams.

Su cosa punta Donald Trump alla fine? Quali regole seguono i singoli Stati per invalidare il riconteggio?

A livello costituzionale ogni singolo Stato ha le sue regole per definire condizioni e limiti per invalidare il conteggio elettorale o non assegnare i grandi elettori.

Ad esempio in Pennsylvania pare che le regole definite dalla Corte Suprema statale in materia elettorale siano incostituzionali, per essersi interessata di una materia che non le compete. Di qui un ricorso per invalidare il conteggio, fondato sull’incompetenza per materia della Corte Suprema di quello Stato.

Oppure in Michigan il riconteggio è ammesso se tra i due candidati c’è uno scarto di massimo duemila voti.

Due date fatidiche

Due date fatidiche in queste procedure sono l’8 e il 14 dicembre.

Entro l’8 devono essere definite tutte le questioni relative ad eventuali riconteggi.

Ed il 14 dovrebbero quindi riunirsi i grandi elettori.

Ma se entro l’8 tali questioni non fossero definite, si passerebbe alle elezioni parlamentari.

Il che potrebbe anche sembrare strano a chi conosce le elezioni presidenziali USA come forma di elezione maggioritaria. Ed in qualche modo diretta del Presidente, sia pur con l’intervento dei grandi elettori, ma è comunque previsto dalla Costituzione.

I mercati

Probabilmente, ai mercati ormai davvero poco importa che sia Biden o Trump il Presidente definitivamente proclamato tale, in quanto, rispetto ai drivers dei diversi programmi, predomina invece l’aspettativa per il vaccino.

Ed ogni giorno ci giunge la notizia di uno più efficace degli altri, negli ultimi tempi.

Con la conseguenza che certe aspettative di definitiva, o quasi, risoluzione della pandemia e conseguente ripresa economica paiono prendere il sopravvento rispetto all’esito della contesa elettorale.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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