Alla fine la guerra è arrivata e i listini crollano ovunque mentre gas, oro e petrolio corrono

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Non più tardi di 24 ore fa ci si chiedeva come mai, di fronte alla presenza di truppe russe in territorio ucraino, le Borse non avvertissero il colpo. Gli analisti pensavano che Putin si sarebbe accontentato della presenza russa solo nelle zone dei ribelli amici di Mosca. Ma a quanto pare le certezze sono crollate all’alba quando Putin ha letteralmente deciso di marciare su Kiev. Il che ha spazzato via anche le poche speranze di poter risolvere diplomaticamente, una delle peggiori crisi tra USA e Russia degli ultimi 70 anni. Da un punto di vista strettamente finanziario, la prima “vittima” è stata la Borsa di Mosca che ha perso il 45%. Dunque alla fine la guerra è arrivata e i listini crollano ovunque. Come era facilmente prevedibile la prima reazione si è vista sulle Borse asiatiche, tutte in forte calo.

Ma le conseguenze si possono notare immediatamente dall’Europa agli USA, con i futures su Wall Street che non promettono niente di buono. Non più tardi di un’ora dopo l’apertura delle contrattazioni, infatti, il Ftse Mib registrava un -3,3% mentre il Ftse 100 lasciava per il momento sul parterre il 2,7%. Le cose non andavano diversamente in Francia con un Cac 40 a -3,15% e in Germania dove il Dax arrivava a -3,5%. Intanto, altra mossa prevedibile, hanno iniziato a correre le quotazioni di petrolio e gas, già in fase di rally da diverso tempo. Parallelamente si è registrata la solita corsa verso beni rifugio come Treasury USA e oro.

Alla fine la guerra è arrivata e i listini crollano ovunque mentre gas e petrolio corrono

Come accennato, i primi asset ad aver risentito degli eventi sono stati il petrolio ed il gas. Il Brent ha superato abbondantemente i 100 dollari al barile mentre il Wti si sta avvicinando a questa soglia. In questo caso si è visto un salto di oltre il 30%. Ma anche l’oro è in fase di aumento con una quotazione che viaggia verso i 1.950 dollari l’oncia nel momento in cui si scrivono queste righe. Allo stesso tempo, il grano, il mais e la soia hanno rivisto le rispettive quotazioni al rialzo dal momento che sia Russia che Ucraina sono grandi esportatrici di queste materie prime. Ma la situazione non è serena nemmeno per l’olio di girasole. Stando alle cifre di varie fonti, anche in questo caso Russia ed Ucraina sarebbero ai vertici delle potenze esportatrici a livello mondiale.

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