Al via lo sciopero fiscale di oltre 50 mila imprese che non pagheranno più le tasse 

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Le imprese del nostro Bel Paese sono ormai ridotte al lumicino. Tra misure di sostegno che non arrivano, chiusure imposte, crolli delle vendite, non c’è da stupirsi se le voci di protesta si fanno sempre più incalzanti. Specie se a tutto questo si aggiungono i per lo più immutati obblighi contributivi. Se poi a rendersi portavoce di questo coro unanime di dolore sono le Presidenti di Confcommercio, la cosa merita ancora più attenzione. Vediamo quindi dov’è al via lo sciopero fiscale di oltre 50 mila imprese che non pagheranno più le tasse.

La lettera di Confcommercio Toscana

La presidente di Confcommercio Toscana, Anna Lapini, dinnanzi a questo stato di cose ha preso carta e penna e ha scritto al presidente della confederazione nazionale del terziario, Carlo Sangalli. Il focus della missiva si concentra sulla seguente comunicazione. Vale a dire: “50 mila imprese toscane non pagheranno più tasse e imposte”. Una sorta di extrema ratio dunque per costringere a guardare all’importanza strategica delle imprese. Tali imprese – si legge sulla pagina web di Confcommercio Toscana – hanno diritto di essere rispettate e tutelate dallo Stato, non considerate solo mucche da mungere”. Parole forti come forte è il tema al centro del dibattito.

Al via lo sciopero fiscale di oltre 50 mila imprese che non pagheranno più le tasse

Una forma di protesta civile, quella dello sciopero, peraltro non nuova tra i tanti corsi e ricorsi della storia. Ed infatti per fornire il corretto inquadramento alla protesta, nelle comunicazioni istituzionali si fa espressa menzione dell’avvocato eroe della non violenza, conosciuto come il Mahatma Gandhi. Fu infatti lui a capitanare il  movimento di disobbedienza civile in India, con un hartal. Vale a dire uno sciopero generale con astensione di  massa dal lavoro. Ma trattandosi di una “grande anima”, (non a caso Mahatma significa proprio questo) la protesta fu accompagnata da preghiera e digiuno. Un cambiamento dunque sofferto ma necessario, condotto con la linea della resistenza non violenta.

Nuove adesioni

Passando dall’India di Gandhi all’Italia dei giorni nostri, torniamo all’intrepida Presidente. “Le nostre aziende non hanno più risorse e preferiamo continuare a pagare prioritariamente dipendenti e fornitori rispetto ad uno Stato che non comprende, anzi calpesta, le nostre ragioni di esistere”. Con queste parole che non lasciano spazio ad interpretazioni, la Presidente Anna Lapini, va avanti per la sua strada. E segna il passo anche per i passaggi successivi. Infatti non si fa attendere la linea di convergenza adottata dalla Confcommercio di Livorno nella persona della Presidente Francesca Marcucci.

“Condanniamo l’evasione e l’elusione fiscale. La nostra è invece ribellione silenziosa contro un sistema statale che continua a trattare le imprese e i professionisti come “bancomat”, senza tutela né rispetto”. Ecco dunque dov’è al via lo sciopero fiscale di oltre 50 mila imprese che non pagheranno più le tasse. In attesa di nuove adesioni che presumibilmente non si faranno attendere, non ci resta che monitorare le prossime discese in campo.

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