Al coniuge divorziato spetta il mantenimento anche se va in pensione, ma solo in questi casi

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Una volta che il matrimonio si scioglie con il divorzio, il giudice può determinare che uno dei due ex coniugi sia tenuto a versare un assegno di mantenimento. Solitamente è chiamato a farlo quello con il reddito più elevato. Questo per garantire una condizione economica, se non equiparata, almeno stabile tra i due. Per permettere ad entrambi di poter vivere una vita economicamente dignitosa. L’importo dell’assegno di mantenimento viene determinato sulla capacità reddituale di entrambe le parti. E si tiene conto sia dei redditi della parte economicamente forte, che di quelli della parte più debole della coppia che si scioglie. Al coniuge divorziato spetta il mantenimento anche se in un secondo tempo inizia a percepire una prestazione INPS. Vediamo perchè.

Assegno di mantenimento, come cambia con la sentenza del 2017

La ormai famosa sentenza della Corte di Cassazione del 2017 cambia le regole sulla determinazione e il diritto dell’assegno divorzile. In tale occasione i Supremi Giudici, infatti, hanno sancito che il mantenimento non è dovuto nel caso che la parte debole della coppia abbia reddito proprio che gli permetta di mantenersi.  O nel caso abbia età, salute e capacità fisiche per provvedere al proprio mantenimento con il lavoro.

Appare lecito, quindi, chiedersi se il coniuge che percepisce il mantenimento ne mantiene il diritto anche andando in pensione. E si tratta di una domanda non così scontata visto che le prestazioni che l’INPS può erogare sono di diversa natura.

Al coniuge divorziato spetta il mantenimento anche se va in pensione, ma solo in questi casi

Come abbiamo detto l’assegno di mantenimento ha la finalità di dare al coniuge più debole un reddito con cui vivere. Una eventuale nuova fonte di reddito che interviene dopo la sentenza di divorzio, di fatto, potrebbe mutare l’importo ma anche il diritto all’assegno.  E la pensione è un’entrata che deve essere considerata nella rideterminazione dell’assegno di mantenimento. Tutto ovviamente dipende dall’importo, ma non solo.

Se il coniuge divorziato beneficiario di assegno di mantenimento, per esempio, percepisce pensione di invalidità, l’importo non influisce sul diritto al mantenimento. La pensione di invalidità, infatti, viene riconosciuta al disabile per far fronte alle spese che la patologia comporta. O ai disagi che il disabile vive. E lo stesso discorso si applica anche all’eventuale indennità di accompagnamento.Ma se l’ex coniuge diventa titolare di pensione di vecchiaia questo potrebbe determinare la riduzione dell’importo dell’assegno di mantenimento.

La rideterminazione dell’assegno di mantenimento, quindi, è legata non solo all’importo dell’eventuale pensione percepita, ma anche alla tipologia di prestazione. L’assegno divorzile è a rischio, quindi, solo quando vi è un miglioramento delle condizioni economiche di chi lo percepisce.

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