Agricoltura Biologica: arriva la catastrofe

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Agricoltura Biologica: arriva la catastrofe. Il settore del food biologico che vale 40 miliardi di euro in Ue, con una crescita pari all’8% prima del Covid-19, sta morendo. Oltre la metà delle aziende agricole biologiche in Italia (prima in classifica per il numero dei produttori) chiuderà entro tre mesi se i consumi non si riprendono. L’allerta arriva dall’analisi diffusa da Aiab, Federbio e Assobiodinamica che hanno finanziato un report insieme alla Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB).

Al sondaggio hanno partecipato circa 400 produttori. Tre quarti delle aziende bio che prima potevano contare su una spesa media Ue di 76 euro, sono state investite da una fortissima crisi durante la pandemia. I produttori temono la catastrofe se non sarà immediata l’erogazione delle risorse della Politica Economica Comunitaria (PAC). E anche del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) che sono già a bilancio. E non derivano da prestiti o debiti per lo Stato o le regioni.

Le PMI non hanno saputo organizzarsi per l’ecommerce

Per l’Agricoltura Biologica arriva la catastrofe? A soffrire di più sono le aziende di piccole dimensioni (49% del campione), con un fatturato inferiore ai 50 mila euro. Tra le imprese di maggiori dimensioni, che toccano i 250 mila euro di fatturato all’anno, c’è un po più di ottimismo. Il commercio dell’ortofrutta, vino, olio, cereali e legumi, per queste realtà non è solo legato alla vendita all’ingrosso a ristoranti o alla vendita al dettaglio durante i mercatini o le grandi fiere, come quella europea di Norimberga. Questi operatori sono molto attivi con la vendita diretta, la vendita a cooperative e consorzi e a gruppi di acquisto. Meno del 10% si è organizzata per soddisfare le richieste a domicilio e le richieste online. Sono soprattutto le imprese medio grandi ad aver riorganizzato tempestivamente il business. Oggi il 16% del settore biologico si avvale di negozi virtuali e canali di vendita online.

KI GROUP, capitalizzazione a metà

Ki Group, quotata all’Aim, opera nella distribuzione all’ingrosso, nella commercializzazione, produzione e vendita al dettaglio di prodotti biologici e naturali prevalentemente in Italia e attraverso i canali esteri specializzati. Grazie all’opera anticipatrice del suo fondatore, oggi è un player importante. Infatti distribuisce a circa 4500 negozi serviti direttamente tra shop di prodotti bio, erboristerie e farmaci. La sua azione che il 10 dicembre valeva 0,74 euro, nei giorni scorsi è scesa a 0,4260 euro per azione. Ha chiuso ieri a 0,39, con un ribasso dell 8,45%.

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