Addizionale straordinaria e credito d’imposta per togliere e dare soldi

credito di imposta

I cittadini italiani si trovano di fronte una delle peggiori crisi di sempre. I loro redditi si sgonfiano e non si vedono soluzioni all’orizzonte. Perché ormai tanta gente non lavora da più di un mese e la situazione non sarà migliore da qui a fine anno. Intervenga lo Stato, si dice, ma esso non ha soldi ed anzi abbonda di debiti. Ecco allora che si avanzano idee e proposte diverse, tra cui quella relativa all’addizionale straordinaria e credito d’imposta per togliere e dare soldi. Il punto di partenza ruota infatti attorno al problema della distribuzione dei redditi tra chi più ha e chi meno possiede. E che la crisi in corso, come spesso avvenuto nella storia, potrebbe ulteriormente acuire.

Le possibili ipotesi sul campo

Come se esce da questa grave empasse di finanza e di solidarietà tra le classi sociali? Gli eurobond ci sono stati appena negati, quindi si useranno in massa i vecchi cari BTP, ossia ulteriore nuovo debito. Ma non bastano. Non resta che tassare i cittadini. Ma sarebbe questo il momento giusto per farlo? Allora si avanzano altre soluzioni possibili, come quella che ruota attorno al combinato: addizionale straordinaria e credito d’imposta per togliere e dare soldi. Può essere la risposta? Se sì, lo sarebbe solo in piccola parte. Spieghiamo allora in cosa consisterebbe una misura del genere.

Cosa sono?

I redditi dei cittadini italiani si possono ordinare, mettere in fila, secondo il classico criterio dal più ricco al più povero. A questo punto il legislatore fisserebbe un crinale, una soglia di reddito (diecimila euro? Ventimila? Altro?) e stabilire che i cittadini al di sopra di essa aiutino chi sta dall’altra parte. Una sorta di “Robin Hood legalizzata” e dettata dallo specifico momento, e rispondente a criteri e logiche di solidarietà. L’addizionale straordinaria colpirebbe (magari secondo mini-aliquote crescenti, come la vecchia e cara IRPEF) infatti chi gode di redditi oggi considerati “adeguati”. Che tuttavia potrebbero anche non trasferirsi cash, in contanti, a chi naviga in cattive acque. Ma consentirebbe invece a questi ultimi di godere di crediti d’imposta, ossia uno sconto sulle tasse. In che misura? Nella misura pari al “saldo zero”, ossia quanto si incassa da un fronte andrebbe a copertura dei benefici fiscali concessi agli altri. Il saldo per lo Stato – almeno per quest’operazione – dovrebbe essere nullo.

Ancora sulla possibile misura

Ovviamente una tale misura dovrebbe essere limitata ai soli anni dell’emergenza e tenere in debita considerazione delle inevitabili eccezioni. Come ad esempio quella di prevedere “esenzioni” da addizionali a carico di chi lotta in prima linea contro il Covid-19 (tutti gli addetti della sanità). La collettività sarebbe poi “garantita” di non dare ingiusti benefici a chi lavora in nero: come ne proverebbero la riduzione del loro reddito? Ma soprattutto il successo di una simile iniziativa sarebbe unicamente legato a un graduale ritorno alla normalità. Pensare a un’addizionale straordinaria e credito d’imposta per togliere e dare soldi senza far ripartire la macchina economica, equivarrebbe solo a bruciare soldi. E inasprire ulteriormente lo scontro cittadini-Stato e anche tra le stesse classi sociali.

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