Acquistare azioni con l’economia che rallenta?

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Acquistare azioni ora? La Borsa può salire anche in fase di rallentamento economico?

La domanda che in molti ci poniamo in questa fase un po’ confusa dopo il rimbalzo dai minimi di Borsa di fine 2018 è: ”La Borsa può salire anche in fase di rallentamento economico?”.

Bella domanda!

La storia ci insegna che quasi sempre i mercati azionari hanno anticipato le dinamiche economiche prendendo a salire verso nuove vette in anticipo rispetto ai dati dell’economia reale.

In sostanza le Borse si muovono quando iniziano a vedere le prime luci in fondo al tunnel.

La situazione attuale però merita due distinguo.

Vediamoli insieme.

Acquistare azioni e la sensibilità ai tassi di interesse

Il primo è che le borse, i mercati azionari negli anni sono diventati sempre più sensibili alle dinamiche dei tassi di interesse.

Meccanismo up and down addirittura decisivo per allontanare la crisi del secolo, ovvero quella dei sub-prime.

Ferma restando l’immobilità della BCE e della BOJ sarà dunque decisivo capire le reali intenzioni della FED.

FED chiamata a marzo a chiarire definitivamente se l’idea di ulteriori rialzi nel 2019 è tramontata o meno.
Addirittura se vi sono aperture a tagli dei tassi.

In ogni caso da qui alle viste del meeting di marzo la FED non dovrebbe più essere un ostacolo fatte salve estemporanee dichiarazioni di Powell da tenere sempre d’occhio.

La disomogeneità del ciclo economico e  l’opportunità o meno di acquistare azioni

La peculiarità con cui abbiamo lasciato alle spalle il 2018 e iniziato il 2019 è che le economie stanno per la prima volta da tempo viaggiando in modo completamente scorrelato tra loro.

Vediamo ora di suddividere le nazioni in tre fasce per comprendere meglio la situazione.

Acquistare azioni e Paesi in debolezza

Da un lato abbiamo la balbettante Europa che sta vedendo sempre più imbruttire i propri dati economici.
E si badi bene imbruttimento che riguarda anche la decantata Germania.

Sempre sullo stesso fronte di incertezza mista a debolezza si posizionano la maggior parte degli emerging markets.

Questione delicata che riguarda sia l’impatto intrinseco ma anche quanto questa fase di stallo potrà pesare sui paesi sviluppati.

Infatti, le nazioni più sviluppate, negli emerging market hanno, negli ultimi anni, avuto un crescendo di export decisivo per la salute di migliaia di aziende.

Poi c’è il Giappone cui diamo al momento un sell secco visto che pare di nuovo avviato in una di quelle fasi di stagnazione che solo un effervescenza globale , al momento lontana, potrà rimuovere.

Acquistare azioni  e Paesi a mezz’aria

Rimanendo solo a valutare i paesi/mercati principali vediamo una Cina che ha visto in forte frenata i propri livelli di crescita.

Allo stesso modo però dobbiamo considerare che comunque in valori assoluti in Cina siamo vicini ai livelli  TOP globali.

Non solo la Cina ha adottato con un tempismo e una celerità sconosciute in Europa una serie di manovre importanti destinate a dare impulso immediato all’economia.

La Gran Bretagna pur alla prese con la BREXIT continua a fornire dati mediamente buoni ben lontani da instaurare timori di recessione.

Tanto che la BOE a dicembre fu la prima a “Permettersi” di alzare i tassi.

Pure la Svizzera anche grazie agli aiuti del proprio franco pare tenere un ciclo economico positivo pur se non brillante come in passato.

Effervescenza USA: è il momento opportuno per acquistare azioni?

L’unico vero ciclo effervescente e virtuoso a livello economico rimane dunque quello degli USA.

Qui le manovre fiscali e di investimenti pubblici volute da Trump hanno creato un habitat ideale per una crescita che ormai da oltre un anno veleggia senza intoppi su livelli importanti e storicamente rari.

Occorre dire che ora lo stesso Trump ha smantellato un pezzo del suo stesso PIL provocando con lo shutdown e drastico calo di vari indicatori economici componenti il PIL stesso.

Nonostante ciò però i livelli occupazionali, i consumi e la produzione sono rimasti a livelli di eccellenza.

Capire se e quanto e soprattutto in che misura avremo un vero rallentamento del ciclo economico USA rimane dunque il grande interrogativo.

La sensazione è che, con la FED che ha nuovamente 2.5% di tassi di interesse da sforbiciare poco alla volta, la voglia di nuovi rialzi sulle borse prevarrà nei prossimi mesi.

Fermo restando il rischio latente sulle banche UE mai veramente aiutata a guarire dalla BCE che eroga (a differenza della FED) solo Aspirine.

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